La Giunta comunale, guidata dalla sindaca Silvana Alberio, nell’ultima seduta ha deliberato all’unanimità la presentazione dell’istanza al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il riconoscimento del titolo di Città da assegnare a Gavirate. Sarà la stessa prima cittadina che inoltrerà, tramite il Prefetto di Varese, la richiesta al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi affinché venga proposta alla massima carica dello Stato. Nel documento viene sottolineato che l’amministrazione comunale ritiene che Gavirate possa avere i requisiti per potersi fregiare di tale titolo, in considerazione della sua storia, dell’importanza del patrimonio storico/artistico e del ruolo centrale che da sempre ha assunto anche per il territorio circostante e che tuttora riveste, in considerazione della molteplicità dei servizi attivi in campo amministrativo, culturale, economico-produttivo, scolastico e sportivo. A tale proposito è stata predisposta una approfondita relazione. Quale è la motivazione di tale richiesta? Il linguaggio burocratico della delibera evidenzia “un ulteriore elemento di coesione e senso di appartenenza tra i cittadini e un segno importante del continuo sviluppo culturale, sportivo, sociale ed economico a cui il paese sta andando incontro”. Il linguaggio “del cuore” di Silvana Alberio parla di “giusto riconoscimento alla storia di Gavirate” senza avere nessun vantaggio materiale. Per sottolineare l’amore per la nostra terra, il senso di appartenenza cita un passo del romanzo di Cesare Pavese “La luna e i falò”: “…sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”. “Siamo l’evoluzione di un insediamento antico, il nostro territorio ne porta ancora le tracce e presenze -spiega- Siamo un centro urbano divenuto nei secoli un importante crocevia di traffici commerciali, economici e di scambi culturali”. Coglie nella capacità di seguire l’evoluzione dei tempi, con passione e lungimiranza, l’elemento che caratterizza il percorso di Gavirate, sia nella vocazione commerciale, preminente nel secolo scorso, sia nella vocazione turistico-sportiva dei nostri giorni. “E che dire dell’apporto culturale che abbiamo dato a tutto il nostro Paese Italia?”, prosegue citando il nome di personalità come Mura, Guido Morselli, Gianni Rodari, Giuseppe Scalarini e altri. “Perché non riconoscerne i meriti? -sottolinea- Siamo ancora una comunità che si rispecchia nei valori della solidarietà, accoglienza e di cura dei soggetti più fragili. Ricordo che qui è nata la “Carta di Gavirate” per i diritti dei malati di morbo di Alzheimer e, sempre qui, nel 2017, si è tenuta la prima edizione dell’”Alzheimer Fest””. Per questi motivi sia come sindaca, portavoce del paese, sia come cittadina auspica che questi valori possano essere conosciuti e riconosciuti. “Con amore e riconoscenza al mio paese”, termina. Nell’istanza viene chiesto l’adeguamento dello stemma e del gonfalone del Comune al titolo di Città.
Federica Lucchini
Già in una carta itineraria della seconda metà del Cinquecento l’attuale lago di Varese appariva come “lago de Gavirate” in quanto era assai più vicino di Varese alle sue sponde. Solo a partire dal XIX secolo prese il sopravvento l’odierna denominazione. Questo dato storico denota come l’antico borgo, sul cui territorio sono rinvenute tracce risalenti fin dal Neolitico, abbia avuto una storia ragguardevole: elemento determinante per il suo incremento è stata la concessione del mercato, ogni venerdì, per volontà dell’imperatore Carlo V che dalla città di Toledo emanò il decreto il 20 giugno 1539. Fu un premio per la fedeltà del conte Vitaliano Visconti Borromeo, signore di Gavirate, e nel contempo un contributo a risollevare le sorti economiche del paese, devastato dalle frequenti invasioni che lo misero a ferro e a fuoco. Venne localizzato nell’attuale piazza del municipio, baricentrica tra il complesso monastico di Voltorre, florida azienda agricola, e la deputazione spagnola localizzata ad Armino. Nei secoli successivi, accanto ai palazzi nobiliari e alle tante botteghe, la storia commerciale del paese prese l’abbrivio e accanto ad essa ogni altro aspetto: notevole il suo contributo alla storia garibaldina. Assunse un ruolo accentratore nei servizi, nei trasporti, nelle scuole, nella cultura, senza dimenticare l’aspetto turistico.
Federica Lucchini