La Costituzione italiana? Un testo stupendo, scritto da uomini e donne con un elevatissimo senso della dignità umana, un testo che dovrebbe essere e diventare un po’ come il vangelo di ciascuno di noi, sempre pronti a domandarci se il nostro modo di essere o di fare sia conseguente, in linea con lo spirito stesso della nostra Costituzione. Non basta in molti casi esserne fieri o esibirne la bellezza, bisogna fare quel passo in più che sembra scontato, ma che in realtà comporta consapevolezza, senso di responsabilità e senso civico, che non si inventa, ma che nasce e rinasce dal lavoro di educatori attenti, che sanno trasferire negli altri quello che hanno appreso e armonizzato nella loro mente e nei loro cuori. Potremmo definire non a caso la Costituzione italiana una sorta di vangelo laico, il punto di partenza per un cammino umano di grande rilevanza sociale, dove parole come libertà, lavoro, rispetto, democrazia, diritto e dovere assurgono al rango di “dogmi” popolari, scritti per permettere a ciascuno di qualificarsi e di qualificare la propria identità e appartenenza, il proprio essere, la propria dimensione sociale. Nelle pagine della Costituzione ci siamo noi tutti, con il nostro desiderio di essere riconosciuti, stimati, amati, protetti, considerati e rappresentati. E’ nella crisi della rappresentanza sociale di oggi che la lettura della Costituzione diventa rinnovato strumento di qualificazione, riabilitazione, stimolo, impegno ad essere meno superficiali, più attenti, più capaci di riconoscere e apprezzare il ruolo che abbiamo all’interno della società in cui viviamo. Dopo le iniquità delle guerre l’umanità scrive che cosa sia giusto fare per guardare al futuro con speranza. E’ sull’onda di questo straordinario spirito di rivalsa sulle iniquità che si fondano le regole costituzionali, dettate da sentimenti di pacificazione, di comprensione e di promozione. E’ nello spirito costituzionale che prendono forma i valori, quei valori che sono fondamentali per costruire una comunità dove tutti si sentano protagonisti di un destino, riconosciuti nella loro individualità sociale e nella loro dignità umana. Certo rispettare le regole è sempre stato il nostro tallone d’Achille, è una condizione che pur appartenendoci non ci ha mai convinto sino in fondo, al punto che in molti casi ce ne siamo dimenticati e continuiamo a dimenticarcene, pensando che la vita sociale sia una somma infinita di libertà individuali non soggette ad alcun tipo di riscontro oggettivo. La Costituzione italiana ci regala un ruolo da protagonisti, ci mette nella condizione di essere parte viva di uno straordinario progetto di civiltà, ci offre delle garanzie, legittima il nostro essere, ci aiuta a individuare i valori che ci qualificano, che ci fa sentire parte di un corpo vivo in continua evoluzione, ci stimola a credere e a sviluppare quegli strumenti che sono determinanti nella realizzazione di una società più attenta ai bisogni e alle necessità degli esseri umani. Ma la consapevolezza istituzionale deve essere continuamente supportata dallo spirito, dalla volontà, dalle leggi, da una natura umana sempre più determinata a diventare esempio di virtù e di valori, capace di essere trainante, esempio quotidiano di vita. In questi anni di crisi esistenziale della rappresentanza politica e sociale, di negazione dei valori costituzionali da parte di chi avrebbe dovuto viverli e insegnarli, ci rendiamo conto di quanto sia importante ritrovare quello spirito educativo e formativo che uomini e donne animati da un grande spirito profetico hanno saputo trasmetterci, per farci capire che essere cittadini è una conquista sociale straordinaria e unica e che la nostra libertà non è espressione casuale, ma frutto di una storia costruita passo dopo passo dal sacrificio umano di persone che per la libertà hanno sacrificato la propria vita. La Costituzione italiana è dunque il nostro specchio, di fronte al quale dobbiamo ogni tanto fare un piccolo esame di coscienza per capire se stiamo facendo il nostro dovere, se conserviamo quell’investitura sociale che è alla base della nostra democrazia. E’ soprattutto in questa direzione che dobbiamo conservare la speranza e la volontà di esserne testimoni, di continuare a credere nella Costituzione e nelle sue regole, nella sua immensa capacità di saper qualificare la natura umana e la sua vocazione a essere riconosciuta e valorizzata. E’ soprattutto per questo che occorre non rinunciare a quelle libertà che sono diventate nel bene e nel male lo strumento fondamentale della nostra rinascita politica, umana e sociale.