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La cerimonia del cinquantesimo della Fondazione “Sacconaghi – Borghi”- La pioggia ha costretto ad un rapido svelamento della lapide

 8 Novembre 2017 |  Pippo | |

In quel “allora io c’ero” c’è tutto l’orgoglio di presiedere una Fondazione in continuo divenire. Ieri le parole di Fabio Tedeschi, durante la cerimonia del cinquantesimo della Fondazione “Sacconaghi – Borghi”, sono state volte al passato in cui figura determinante, assieme a quella di Enea Sacconaghi, è stato il nonno Giovanni Borghi. Le foto alle sue spalle testimoniavano di un evento – quello del 5 novembre 1967 – in cui la comunità si era stretta attorno alla vita di questa nuova struttura che nell’arco di dieci lustri ha tenuto sempre alta la “mission” di “guardare all’altro, alla sua individualità: non al numero ma all’individuo”. Il momento di ieri è stato improntato alla partecipazione calorosa e riconoscente: si è respirata un’aria di grande soddisfazione. Gremito l’ingresso (la pioggia battente ha costretto ad un rapido svelamento della lapide) di presenze significative – i tre sindaci Silvio Aimetti di Comerio, Alessandro Boriani di Luvinate, Antonio Braida di Barasso, tanti ex amministratori – e di cittadini e famigliari che hanno voluto evidenziare la loro gratitudine ad una realtà amata: “Siete molto d’aiuto – ha detto una famigliare – in una esperienza per noi ora molto difficile nel vedere i nostri genitori in sofferenza per ragioni di età. Qui, grazie alla vostra attenzione e competenza, vivono serenamente e si sentono bene accuditi”. “Siamo una realtà resa vitale dagli ospiti, dai loro parenti, dai volontari, dal personale medico infermieristico, dai cuochi, dalle suore, da tutti i collaboratori. La crescita della nostra Fondazione è una realtà in continuo divenire e nei confronti della quale non dobbiamo mai abbassare la guardia. Abbiamo e vogliamo ancora idee per il futuro: per aumentare l’azione sul territorio, magari riuscendo ad offrire un servizio infermieristico per utenti esterni, o istituire i cosiddetti letti temporanei di sollievo, o l’alloggio diurno per gli anziani che risiedono ancora a casa loro”. Un momento particolare è stato quello del ringraziamento nei confronti delle suore Serve di Maria Addolorata, della città indiana di Trichy, di cui due di loro operano nella struttura. La superiora, come riconoscenza alla famiglia Borghi, ha donato a Fabio e Rossella Tedeschi, uno scialle della loro terra. La soddisfazione per il grande lavoro del consiglio di amministrazione, che ha sempre più migliorato la struttura in qualità e servizi, è stata evidenziata da Boriani, mentre Aimetti si è soffermato sul patrimonio importante che rappresenta la struttura, dopo il trasferimento di Whirlpool, la più grande azienda di Comerio. Braida ha ribadito il sostegno affettivo, morale della sua amministrazione. “Dopo 50 anni rinnoviamo la benedizione su questa realtà, sulle persone coinvolte. Ringraziamo per il vissuto religioso che ha improntato questo percorso”: la benedizione del parroco, don Maurizio Cantù ha chiuso la cerimonia.
Federica Lucchini

 

 

Varesenews

La Fondazione Sacconaghi Borghi festeggia 50 anni

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