“Io credo che se nella vita ricevi, appena sarà possibile devi ricambiare”. Con queste parole Berto Claudi, 45 anni “orgogliosamente giostraio”, come si definisce, ha inviato una richiesta al sindaco Riccardo Del Torchio all’insegna della solidarietà: lui e la sua famiglia nel periodo economicamente più brutto per la loro attività sono vissuti grazie agli aiuti alimentari del comune. Così quando riprenderanno le attività intendono organizzare giornate gratuite in giostra per i ragazzi in difficoltà economiche di Besozzo. La riconoscenza è la strada che permette di conoscere la storia di questo cittadino, residente a Besozzo, ma giramondo, di famiglia originariamente francese, da ben cinque generazioni radicata nel mondo dello spettacolo viaggiante. “Sono nato e cresciuto in questo microcosmo che viene accolto nelle città e nei paesi -spiega- e dove vige il rispetto delle tradizioni. Da oltre 70 anni la mia famiglia è presente nei più bei luna park del lago Maggiore, alla Schiranna. Ma sarebbe meglio parlare di famiglia allargata. Quanti Claudi ci sono? Non solo io, mia moglie Carol, i miei figli Riccardo, Camilla e Ginevra, ma tanti altri parenti con lo stesso cognome. Intrecci famigliari tenuti assieme da un Dna atavico”. Già i loro bambini appena nati sono permeati dalle luci, dalle musiche, dai rumori. “Li teniamo sempre con noi nelle carovane-roulotte che sono la nostra casa”. Una casa piena d’affetto la sua: “Sono felicemente sposato da 23 anni: mi spiace solo che i miei figli, quando si sposeranno, non potranno fare una festa come l’abbiamo organizzata mia moglie e io. Altri tempi! Prima c’è stata la crisi economica e ora il Covid: insieme ci hanno abbattuti”. Eppure la sua voce, il suo gesticolare manifestano quell’entusiasmo e quella forza acquisiti da bambino. “Anche i miei figli, come è capitato a me, in media ogni 15/20 giorni cambiavano scuola. Il nostro lavoro richiede lo spostamento, il lasciare una piazza e raggiungerne un’altra. Sono abituati a imparare in fretta, a instaurare rapporti con coetanei diversi che poi sono soliti rivedere dopo un anno. Questo continuo mutare luogo li forgia”. Amicizie a intermittenza, dunque, pronte a essere lasciate e immediatamente sostituite da altre per poi essere nuovamente riprese. “Dietro le nostre giostre ci sono storie di tante vite: i nostri amici li vediamo bambini, salire sul “Brucomela”, poi nelle miniautovolanti e via via crescere, fino a sposarsi e l’anno dopo sono genitori. Riusciamo così a entrare nel tessuto sociale: noi le feste le facciamo nascere”. La loro attività è a 360°: devono essere politici (per i permessi hanno rapporti con le amministrazioni comunali), camionisti, ma soprattutto show man. Devono anche prestare cura alle giostre: “Più l’attrazione è estrema più ha vita corta. Una media di 15 anni”, afferma. Ma a Bergantino in provincia di Rovigo, “la città delle giostre”, dove hanno sede le più importanti ditte costruttrici, si trova tutto. Per i pupazzi, invece, il riferimento è a Monselice (Padova). Le ferie sono condensate in due settimane, durante le quali peraltro bisogna pensare alla manutenzione e al collaudo delle giostre. In inverno con il freddo? “Fra le 14 piazze annuali, sono comprese quelle della Liguria”, spiega.
Federica Lucchini