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Casciago- Incontro con Padre Merko Rupnik – L’opera, il senso dell’arte sacra, la discesa agli inferi e il fonte battesimale

 20 Marzo 2015 |  Pippo |  Lascia un commento |

Lo stupore. Lo stupore immediato del bambino di fronte alla vita. Così è stato l’atteggiamento comune di tutti i fedeli, venerdì 13 marzo, davanti alla visione del mosaico nel nuovo battistero, realizzato all’interno della chiesa di sant’Agostino e santa Monica dall’équipe del Centro Aletti di Roma, coordinato da padre Marko Rupnik. Un’opera mozzafiato, che lascia il segno e che ricorda la maestosità e la bellezza dei mosaici delle grandi cattedrali. C’è bisogno di tempo per poterlo ammirare nella sua interezza, per lasciarsi trasportare dal messaggio che vuole trasmettere grazie anche alla ricchezza dei colori. Non c’è particolare che non colpisca l’attenzione. Poche sono le figure, la vista ha modo di riposare per fissarsi sulla bellezza di volti e sul significato dei loro gesti, in questa discesa di Gesù negli Inferi, accompagnata dalla comunione dei santi. Guida speciale è stato lo stesso padre Rupnik che, da sabato 7 marzo fino a venerdì 13, con il suo team ha lavorato ininterrottamente a partire dal termine della messa mattutina “perché sgorgasse in loro l’energia di operatori dello spirito”. Un breve excursus sui battisteri nelle chiese, a partire da un’epoca in cui il battistero e la porta erano i pilastri portanti delle struttura ecclesiale, “in quanto allora si aveva piena coscienza della novità della vita che si riceve con il battesimo”, fino all’oggi in cui “noi stessi abbiamo permesso la caduta della nostra fede che è accoglienza di una vita mai pensata, una relazione personale con Dio. Ma non si può diventare figli se non si è generati – ha proseguito il padre – nelle chiese ci vuole uno spazio intimo perché il battesimo è come un parto. Dalla porta entrerà la famiglia che porterà un morto, che grazie a Cristo si libererà dalla morte. Ecco quindi nel mosaico la grande immagine di Cristo, che scende negli inferi e con la sua luce calda e immensa, apre le tombe e prende per i polsi, dove batte la vita, Adamo che rivolge lo sguardo al “nuovo” Adamo ed Eva che osserva le stimmate. Gesù è sceso come l’ucciso per trovare l’uomo morto. E’ entrato nella morte e noi nella vita”. Di una raffinatezza particolare è la porta degli inferi creata con tasselli di diverse sfumature di verde e marrone e rappresentata dalla grande bocca di un serpente. Intensi gli sguardi. “Nel bianco e nell’oro del mantello di Cristo – ha continuato padre Rupnik – sono raffigurati “grappoli di santi” cari alla vostra tradizione” cioè sant’Agostino e santa Monica, sant’Eusebio, sant’Ambrogio, sant’Ippolito e Cassiano e san Martino, a cui sono dedicate le parrocchie della comunità pastorale di Casciago, Morosolo, Luvinate e Barasso. “Col battesimo si entra nel mantello di Cristo e si sale a lui”. Nella sommità del mosaico il grande Cristo pantocratore: una mano tiene la scritta “io sono la vita”, l’altra è libera, aperta, che accoglie. “Quando l’uomo è innestato in Cristo la terra vive la liberazione”. Ecco, quindi, le pietre luminose come l’oro e la luminosità di tanti smalti, “materie avvolte nell’amore, destinate a sguardi belli”. “Al buio una candela riflette solo l’oro, l’unica materia che evoca la santità di Dio. C’è una bellezza che seduce e c’è una bellezza, come questa, che salva. Noi siamo belli perché abitati dall’amore di Dio, come lo è questo mosaico”.

“Anche noi stessi siamo un mosaico”, ha terminato, quando ha presentato i componenti dell’équipe di diverse nazionalità dalla Cina al Brasile e ha ringraziato per l’accoglienza commovente. Poi: “Sapete che vi dico? Avete un gran parroco!” e gli applausi, prima rivolti agli artisti, erano ora per don Norberto Brigatti.

Federica Lucchini

Domenica 22 marzo alle ore 11,00 ci sarà l’inaugurazione ufficiale  del fonte, mentre alle ore 15,30 ci sarà un concerto -preghiera con trenta strumentisti, il coro sarà diretto da Carlo Tettamanti

Il nuovo Battistero della Comunità    (clicca su)

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