E’ Possibile vedere alcuni momenti dell’incontro in un video realizzato in maniera semplice
(Cliccare su)
EDOARDO DAL ZOTTO, Quarta classe; Edizioni Montag, 2017.
MARIO ALZATI, Le morose del segretario del Fascio di Olonia, Pietro Macchione Editore, 2015.
Fine pomeriggio piacevole presso la biblioteca comunale di Cocquio in compagnia di due simpatici autori locali, diversi tra loro per età e tematica narrativa. L’incontro è stato coordinato dall’Assessore alla Cultura Sara Fastame con la partecipazione del Professor Alberto Palazzi.
Incredibile l’esperienza narrata da Edoardo Dal Zotto, ventitreenne di Cocquio: in 135 giorni ha percorso con mezzi di fortuna ben 8000 km in solitaria attraverso l’Europa nord-orientale.
Ci ha raccontato la bellezza del suo viaggio più che con le parole con le espressioni del viso e il brillio degli occhi, spesso commosso dal ricordo delle persone incontrate e della loro spontanea accoglienza.
Il diario di viaggio, scritto di getto in uno stile non convenzionale, lo riconduce al punto di partenza più consapevole di sé, dei suoi limiti, della sua forza e del significato profondo della libertà.
L’esperienza è stata importante per la sua crescita, ma non ha saziato la sua fame di scoprire e scoprirsi: si dichiara pronto a ripartire in un prossimo futuro.
Di tutt’altro genere è la narrativa di Mario Alzati, alla sua 137° presentazione, anch’egli diventato ‘scrittore per caso’, trasferendo la sua passione per la ricerca storica nella ideazione di vicende paesane, animate da personaggi caricaturali ispirati alla realtà. Proprio la scoperta di una vecchia storia che riferisce di un litigio tra un curato e un segretario del Fascio per motivi di donne, lo ha spinto a scrivere un racconto gustoso e piacevole da leggere. La narrazione, sostenuta da sottile ironia, utilizza il linguaggio popolare, racconta dell’Italia e degli italiani vissuti tra le due Guerre, vede protagonisti personaggi pittoreschi, che intrecciano le loro vite in un fantomatico borgo lombardo, Olonia (nome di origine storica), facilmente identificabile con una qualsiasi comunità paesana del ‘Ventennio’. Maura Galbo