La notizia della scomparsa del dottor Santino Papa, nato a Gallarate il 26 luglio 1927, per una vita medico-chirurgo di Gavirate, è una di quelle che lascia il segno in una comunità. Le esequie si sono svolte lunedì 14 novembre nella chiesa parrocchiale alle ore 11, precedute dal rosario alle 10,30. Da anni ormai non esercitava la professione, ma il suo nome era rimasto sinonimo di professionalità e umanità, frutto di una profonda fede. Una istituzione che andava di pari passo con la sua enorme cultura, con quella curiosità viscerale di chi è sempre alla ricerca. Fino alla fine, seduto accanto alla finestra di casa sua che domina via Garibaldi, osservava la vita della sua città e si immergeva in quella lettura profonda che gli elevava l’animo o dilettava gli ospiti con il suo sapere: “Era come ascoltare un documentario”, afferma una sua conoscente. Accanto all’immagine di lui che giungeva a casa dei pazienti con la sua valigetta e il suo sorriso, giorno e notte sempre disponibile, c’è quella del medico volontario all’Avis di Gavirate, per un trentennio, del barelliere che andava a Lourdes ad accompagnare i malati per conto dell’Unitalsi. E c’è quella di lui come memoria storica. Non c’era ceppo familiare gaviratese che non conoscesse. Medico per 15 anni di Guido Morselli (suo padre costruttore edile, eresse la famosa “casa rosa”, dimora dello scrittore), fu tra i primi intervistati, quando lo si scoprì come “caso letterario”. Con il suo linguaggio forbito diceva di lui: “Amo negli ozi allontanarmi da Esculapio (dio della medicina) per seguire Euterpe (musa della musica e della poesia lirica). In rima sapeva comporre sapidi bozzetti con tocco lirico e umoristico. “Avevo una grande stima di lui, gran gentiluomo -ricorda il medico Romano Oldrini- Ci univa, oltre che la professione, anche la cultura classica, che lui possedeva in modo importante, al punto di parlare in latino. Le “Odi” oraziane erano il suo diletto.
Federica Lucchini