E’ sceso sul lungolago con una dignità regale: ieri sono stati molti i momenti di una giornata unica, in cui protagonista è stato il riurùn, l’ultimo esemplare di barca per la pesca collettiva, completamente restaurato e per questo collocato definitivamente accanto alla casetta dei pescatori, sede della Cooperativa dei Pescatori del lago di Varese in un percorso ideale di recupero della memoria lacuale. A simboleggiare l’evento può bastare un’immagine: nelle orecchie la gioia e l’animazione dei ragazzi dell’oratorio che seguivano il trasporto sul carrello, negli occhi i muscoli contratti, la concentrazione, la coordinazione dei venti volontari che scendevano piano quella discesa, senza dire una parola con la fronte imperlata di sudore. Era sufficiente un errore e la barca di quattro quintali sarebbe scesa precipitosamente. Era la loro creatura: tutti, tra cui il sindaco Emilio Magni, in forme diverse hanno partecipato alla sua rinascita con passione, coordinamento, intelligenza, esperienza, mettendo a disposizione a piene mani le loro competenze. Quel legno di larice su cui serravano le dita contratte per frenare la barca è stato amato, curato, coccolato. Quando la discesa è finita, allora i visi si sono sciolti ed era palpabile la loro soddisfazione: “L’è a tecc”. Questa espressione dialettale, dal significato “E’ a tetto”, non poteva indicare meglio la gioia della conclusione di un percorso, iniziato cinque anni fa quando la vecchia barca era stata ritrovata nel bosco in condizioni pessime. C’è voluto il momento di allentare la tensione prima di trasportarla nella sede definitiva, lì accanto dove l’attendeva chi su quella barca ha pescato fino agli anni Cinquanta. “Eravamo giovani. Quante risate e quanto lavoro su questa barca, che sapevo anche guidare da solo”, ha spiegato con il sorriso innato Luigi Giorgetti, detto “il Negus”, una degli ultimi quattro pescatori professionisti del lago. Accanto a lui l’architetto Antonio Pedretti che ha progettato la struttura presto rifinita con pannelli illustrativi sulla storia dell’imbarcazione.
Ieri mattina è cominciata con le migliori premesse, considerato l’entusiasmo che si è vissuto fin dal portico della scuola primaria “Pascoli”, dove da tempo era depositata la barca restaurata. Tanti i cazzaghesi che fuori guardavano i volontari impegnati nel sollevare l’imbarcazione per trasportarla sul carrello: il tratto è stato breve, ma l’intensità della loro attenzione e sincronia è stata ammirevole: iniziava la fase finale di un percorso in cui tutti hanno creduto fermamente. Farla scivolare sul carrello ha richiesto altrettanta determinazione. Poi la prima tappa in piazza del municipio dove tutti i ragazzi e i bambini dell’oratorio erano ad attenderla per seguirla fino al lago. Un momento molto bello è stata l’attesa dei bambini della scuola materna con le loro insegnanti lungo la strada per poterla ammirare. Ora che è nella sua sede naturale, la si può ammirare nei dettagli: come la chiave di san Pietro (tale è il nome della barca, mentre la san Paolo non esiste più) che funge da polena, gli scalmi, i remi e quella scritta che si ricollega a Pinocchio, giacché i bimbi quando la videro per la prima volta la ritennero una balena spiaggiata: “9 maggio 2014 -9 maggio 2015. Restauro del rierùn. Un grazie di cuore a tutta la cittadinanza ed uno speciale a Stefano Stadera, Lucignolo donatore, Luigi Zabattini, mastro Ciliegia d’ascia, Giannantonio Perin, mastro Geppetto falegname, Antonio Chelo, grillo parlante tuttofare, da Pinocchio Massimo, Gianfranco, Emilio. La sede verrà inaugurata domenica 14 luglio a mezzogiorno alla presenza del sottosegretario del Consiglio dei Ministri, Giancarlo Giorgetti.
Federica Lucchini