Ieri (12 dicembre) sarebbe stato il suo compleanno: 57 anni che Marina Raineri, dirigente dell’Istituto di Studi Superiori “Stein”, avrebbe compiuto. Non è arrivata a festeggiarli. La sua vita si è conclusa il 6 maggio scorso: il male che la perseguitava da cinque anni ha avuto la meglio. Ma ora c’è un ricordo tutto particolare che la fa rivivere nella sua autenticità: “Immagini, pensieri, parole dedicati a te, Marina Raineri, a cura della tua scuola “Edith Stein”” è il titolo dell’e-book pubblicato dalla scuola. “A noi rimane la responsabilità di imitarla”, aveva detto don Paolo Boccaccia durante le esequie e le pagine ci indicano la strada con le tante testimonianze introdotte dall’attuale dirigente Laura Ceresa: “Queste parole della memoria cristallizzano con passione, tenerezza e amore, il suo ricordo che potrà essere un solido punto di riferimento culturale e morale per le ragazze e i ragazzi dello Stein”. “Sì, perché Marina era paladina della società orizzontale -è scritto nel capitolo che illustra il significato della raccolta- Praticava l’autorità come un servizio: era ben consapevole dei traguardi verso cui portare la comunità scolastica, ma nel cammino non correva in solitaria, sceglieva piuttosto di farsi accompagnare dalle persone in ricerca e di prendere per mano chi era più fragile”. “Quando studiate, ascoltate la vostra voce: aiuta a conoscere voi stessi, a diventare persone sicure di quello che si compie”, aveva detto l’anno scorso il primo giorno di scuola, presentandosi a tutte le classi (1400 alunni), felice di essere tornata nella scuola dove 25 anni prima era entrata come insegnante e ben consapevole di chiudere un cerchio, per la malattia che l’aggrediva. “La porta è sempre aperta”, aveva detto ai ragazzi, che considerava il vertice di una piramide alla cui base stavano i docenti e il personale Ata. “Tutto deve convergere verso di loro. Noi docenti abbiamo un ruolo più grande della semplice trasmissione del sapere: noi formiamo persone”, amava ripetere. Per questo rifiutava i pregiudizi e collaborava con persone dalle idee lontane dalle sue “perché era rilevante il cammino assieme per valorizzare i giovani”. Lei stessa ha dato l’esempio, onorando ogni valore umano.
Federica Lucchini
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