E’ una esperienza insolita quella vissuta da Ilario Viggiano, 40 anni, che ha trascorso una vita nella grande distribuzione: vedere trasformarsi il suo nuovo esercizio di macelleria, aperto tre giorni prima nella frazione di Caldana, nel set di un film. E per di più in un film particolare dove si lavora con il cuore: si tratta, infatti, della continuazione della webserie, intitolata “Tito%Sibilla”, un poliziesco unico nel suo genere in cui recitano attori disabili, ospiti dell’istituto Sacra Famiglia, premiato in questo mese al Festival Internazionale della Cinematografia Sociale Tulipani di Seta Nera. Alcuni attori erano appena tornati da Roma dove avevano ritirato il riconoscimento prestigioso, ancora frastornati da un viaggio in aereo effettuato per la prima volta. Un successo nel successo. Per questo erano particolarmente motivati a continuare a recitare in questo nuovo negozio, dove il gestore si era fatto da parte concedendo loro tutto lo spazio necessario. Un atto di generosità, ripagato dalla gioia di aver dato gioia. Già, perché Ilario aveva appena cominciato a provare confidenza con quel bancone su cui lavora, consapevole che il proprietario del negozio gli ha permesso di realizzare il sogno della sua vita. E subito lui quel bancone lo ha condiviso. La felicità di aver concluso l’esperienza nei supermercati e di iniziare a farcela con le proprie forze, unita all’abituale attenzione verso gli altri, è stata la molla che gli ha concesso un inizio così particolare. Ilario nell’attività precedente è stato una figura polivalente: dalla gestione di reparti, svolta con ottimi risultati, all’affettare salumi la vigilia di Natale, momento così frenetico che, terminato il lavoro, non sentiva più il braccio. “Mi mancava solo l’esperienza della cassa”, spiega. Ora sta vivendo la piena realizzazione di quello che sente essere il suo mondo, messo in atto come ha sempre desiderato: con grande umanità, creando relazioni positive. Il suo è un lavoro, ma soprattutto una scelta di vita. Dapprima allontana la parola “freddezza”. “Quante volte un buongiorno non viene mai detto? -chiede- Qui, invece, è sinonimo di accoglienza e per il resto è tutto una coccola continua per il cliente”. Certo, Ilario sa benissimo che le persone arrivano per la qualità dei prodotti venduti a prezzi accessibili. La lunga esperienza fa sì che sappia quale sia la carne migliore, dove andare ad acquistarla. A corredo del formaggio e dei salumi, ci sono prodotti tipici regionali e vini. Tutti, peraltro, genuini e già apprezzati. Ma lui guarda anche il contorno, non solo la vendita, perché come dice: “La soddisfazione del cliente è la mia soddisfazione”. Quando si entra qua la fretta è bandita. Si parla, si ascolta. Sono bastati pochi giorni per avere una piccola rivoluzione in paese: si è scoperto un luogo di ritrovo. Ilario è attento alle sfumature: perché non mettere due sedie in modo che chi desidera si può accomodare? L’altro giorno il telefono è squillato: era una cliente che voleva comunicargli la soddisfazione di aver mangiato un pollo proprio buono. “Qui non si pensa al business, ma si vuole guadagnare la fiducia”, conclude.
Federica Lucchini