Il libro di Luigi Stadera C’era una al volta- fiabe e leggende nella terra dei laghi…- ed. Menta e Rosmarino 2012, non ha certo bisogno della mia recensione, visto la notorietà e competenza dell’Autore, nondimeno mi fa molto piacere esprimere il mio consenso e la mia ammirazione sia per l’opera in sé, sia per la scelta dell’apparato iconografico, a cominciare dalla splendida copertina, quel favoloso cancello di Salvini che introduce coi suoi colori accesi al mondo magico delle leggende che si muovono nel territorio eterno del racconto popolare, che sconfina le barriere che spesso si pongono tra natura e cultura.
Tutto il piccolo volume è documento di cultura: fiabe “nella” terra dei laghi, precisa l’Autore.
Propp e Calvino qui si danno idealmente la mano e Stadera elimina ogni facile emozione, il “facile calore del folclore” per raggiungere il territorio della storia orale, del “tempo prima del tempo”.
In questi brevi, essenziali, volutamente spogli racconti l’Autore raccoglie quello che permane della fiaba archetipica con le sue varianti, la convivenza inscindibile di storia, fantasia e realtà, colorandole con la geografia locale ed il commento sintetico, nitido, rigoroso dal punto di vista storico-interpretativo.
Per questo mi pare di poter dire che si tratta di un documento di cultura.
Personalmente ho letto con interesse e coinvolgimento tutto personale le fiabe leggendarie sul lago.
Il tema dell’acqua è un tema che chi vive nel nostro territorio non può dimenticare o trascurare: la trasvolata delle acque (S. Quirico), il tema della nebbia (La nebbia e il lupo), il cavaliere che supera incolume il lago gelato (lo conoscevo dalla penna di Rodari), il lago di Monate che non gela, la barca magica con le sue varianti: fate, re, santi, miracoli, fantasmi e cavalieri… e Giovannino senza paura a coronamento. Ottimo.
Maria Grazia Ferraris –Gavirate