Il lavatoio, anticipatore di un modello di museo virtuale fruibile anche a distanza che propone viaggi legati all’ambiente lago, all’architettura della nostra terra, alla cultura e allo sport. E’ stato confermato, nell’ultima seduta del consiglio comunale presieduta dal sindaco Emilio Magni, il piano di investimento del progetto, denominato “Lake Museum”, che ha come finalità il recupero edilizio della struttura, adiacente la riva del lago, in vista di una sua fruizione polifunzionale. Si vuole, infatti, costruire un luogo dove le informazioni relative all’offerta turistico-recettiva dell’intero lago possano essere conosciute attraverso strumenti di ultima generazione, quali un “cloud”, uno strumento di interconnessione multimediale che mette in rete tutti gli attrattori territoriali, cioé i siti più significativi, app dedicate e totem multimediali. Senza dimenticare la funzione didattica. Nuova vita dunque ad una struttura centenaria: quest’anno è prevista la ricerca dei finanziamenti, che ammontano a 300mila euro, tramite un bando della Cariplo, a cui il comune ha già partecipato, e tramite bandi della Regione e dell’Autorità di Bacino. Raggiunto questo obiettivo, si darà inizio ai lavori che manterranno inalterati i caratteri della struttura e della vasca nella quale verranno sostituite le parti ammalorate. Saranno risanate la muratura e la copertura. Unici elementi nuovo una leggera pensilina in ferro sopra la scala di accesso e l’illuminazione. Il lavatoio costituirà occasione di approfondimento della rinascita del territorio attraverso la rappresentazione del sistema di rigenerazione delle acque: nelle due vasche e nel box centrale verrà rappresentata la modalità con cui il lago torna al suo equilibrio. In una appariranno i processi naturali di depurazione, nell’altra il ritrovato sistema ambientale. Quindi, i pesci e la flora acquatica. L’altro aspetto affascinante del progetto è rappresentato dalla multimedialità che interconnette un territorio inteso come un museo diffuso, raggiungibile attraverso una mobilità dolce e in funzione di un turismo culturale ed ecosostenibile. Costituirà un modello replicabile sul territorio. E’ prevista anche la possibile realizzazione di un percorso pedonale che completa quello esistente tra la chiesa parrocchiale di san Carlo e le tre ghiacciaie. Si intersecherà con la ciclopedonale del lago e raggiungerà il lavatoio e la struttura che custodisce il “rierùn”, l’unico esemplare rimasto di barca per la pesca collettiva. La nuova funzione del lavatoio si inserisce in un progetto ancora più ampio di riqualificazione del “lago di piazza”, come viene chiamato il lungolago di Cazzago. Progetto che prevede, in un secondo tempo, l’ampliamento della struttura comunale che funge da darsena e da esercizio pubblico, la sistemazione del parco pubblico circostante, con il rifacimento dei camminamenti, costituiti da traversine in legno, e infine il posizionamento di vetrate per offrire una migliore protezione al “rierùn”.
Federica Lucchini
La “Malcòta” da sola alla mattina prestissimo entra nel lavatoio e perfino con le narici manifesta l’appagamento di avere a disposizione un regno tutto suo. Quell’acqua chiara l’aspetta perché lei immerga i panni. Ed è un abbraccio. Sono gesti sontuosi quelli dell’attrice Betty Colombo quando interpreta lo spettacolo da lei scritto “Le donne della pesca e del lago”, che offre la giusta dimensione di come quel luogo è stato vissuto. Hanno un che di sacrale: “Con forza comincia a insaponare i panni: li frega, li rifrega, li spazzola, li volta, li sbatte, li lavora con le mani e vede scorrere via la schiuma e lo sporco, via, via, a “svuncignaa” l’acqua che useranno le altre dopo di lei”. In quel momento lo spettatore non è seduto: è talmente partecipe della scena che è lì che lava anche lui. Il viso mobile di Betty segue i gesti e la voce così avvolgente e ancestrale: “Tanti mucchietti di panni insaponati che gocciolano nella vasca grande: Clof, clop, cloch, cloffete, cloppete, clocchete, chchch”. Mentre l’attrice ripete i versi di Aldo Palazzeschi, l’acqua gocciola e lo spettatore è lì, nel lavatoio di Cazzago, signore di uno spazio che lo rende felice. Poi c’è il silenzio, necessario per riposare. Inizia a suonare la fisarmonica di Francesco Nodari che continua il canto dell’acqua. E allora l’applauso a scena aperta, liberatorio, perché la fatica c’è stata.
Federica Lucchini