IL GIRO D’ITALIA, ALLA SCOPERTA DELLA STUPENDA SICILIA
di felice magnani
Non c’è Covid che tenga, la bellezza dell’Italia si esalta coi pastelli dell’autunno e grazie al Giro d’Italia, che unisce la passionale euforia del ciclismo alla delicata armonia dei colori e delle forme che, dall’alto, creano paesaggi incantati, acuti fiabeschi, tenerezze e sensibilità che aprono le porte di una storia dai mille volti incantati. Il Giro in Sicilia ci lascia senza fiato, non solo per le virtù sportive dei suoi alfieri e per l’acume organizzativo di una raffinata tecnologia imprenditoriale, ma soprattutto per la capacità davvero unica di saper offrire anche oggi la formidabile bellezza di una storia animata di generosità mediterranea, dove stupore e meraviglia s’irradiano in straordinarie composizioni di forme, di alchimie poetiche e di irripetibili produzioni dal vero. Una terra davvero incredibile la Sicilia, libro aperto di una storia che l’ha vista al centro di grandi navigazioni, di sbarchi e accoglienze, di civiltà che l’hanno scelta come punto d’incontro e come punto di partenza per un gentile connubio di culture e caratteri, di spazi e di forme, di colori e di giardini, di palazzi e di parchi, di audacia architettonica e di sofisticata armonia compositiva. Mentre gli elicotteri e i droni del Giro spadroneggiano e scandagliano alla ricerca di templi e palazzi, scorre l’occhio attento del passante sulla straordinaria bellezza della campagna siciliana, confusa tra filari di viti e aranceti, tra pennute pendenze e golfi e piccole baie, aperture costiere, ora alte ora basse, immerse in un mare dai colori intensi e profondi. Mentre lo sguardo si lascia incantare dal profilo ancora imperante della Magna Grecia e si arrende alla superba bellezza della Valle dei Templi, il Giro si compiace del clima caldo e asciutto dell’autunno siciliano, libera la propria passionale euforia alla ricerca di lui, lo squalo dello Stretto, quel ragazzo umile e semplice che ha saputo far tesoro degli insegnamenti di una terra che l’ha visto nascere e crescere, diventare il grande campione del ciclismo mondiale che è oggi. Con Nibali la storia si accende ancora di più e ci fa scoprire anche quello che non avevamo mai visto, ma che avevamo sempre sognato, ci fa capire quanto occorra impegnarsi per proteggere e rilanciare quello straordinario patrimonio di valori che abbiamo ricevuto in dono e nei confronti del quale abbiamo il sacrosanto dovere di assumerci tutte le nostre passionali responsabilità.
IL SUDAMERICA CONQUISTA L’ETNA
di felice magnani
Jonathan Caicedo conquista l’Etna, Joao Almeida è maglia rosa. I giovanissimi ciclisti sudamericani conquistano anche la simpatia di chi segue con molto interesse la corsa rosa. Giovanni Visconti, siciliano doc, ha sfiorato il successo di tappa, Vincenzo Nibali, con la sua Trek Segafredo, ha guidato una cordata di ragazzi motivati che ha modificato radicalmente la classifica generale. Il campione del mondo Filippo Ganna ha offerto una straordinaria dimostrazione di solidarietà umana, mettendosi al servizio di uno sfortunatissimo Geraint Thomas. La corsa, che ha riservato momenti emozionanti, si è accesa sulle pendici dell’Etna, mettendo a nudo le suggestioni naturali di un’isola che sorprende ogni volta per l’aristocratica bellezza dei suoi scorci naturali, dei suoi paesini raccolti, della sua costa, del suo mare, dei suoi monumenti, il tutto inserito in un autentico paradiso ambientale. Dopo i simboli ancora viventi della civiltà greca e di quella romana, dopo il trittico del barocco, dopo la Valle dei Templi, la carovana è salita sulle pendici del re dei vulcani, accompagnata da un paesaggio lunare, di rarissima e particolarissima suggestione. Quella di oggi, partita da Enna, è stata una corsa che ha messo a dura prova il dopo Covid del gotha del ciclismo mondiale, ma ha anche esaltato la bravura di chi, da anni, pensa e realizza il Giro d’Italia, unendo alla passione sportiva la possibilità di offrire al popolo del ciclismo e non solo, la possibilità di ritrovare intatta tutta la straordinaria bellezza della nostra nazione.