La ricchezza archeologica del lago di Varese continua ad essere motivo di ricognizioni, accompagnate da una attenzione alla loro divulgazione. Il “focus” attualmente è rivolto alla palafitta Ponti di Cazzago Brabbia, di cui si sta ultimando il progetto 2019, finanziato dalla Regione, dallo stesso comune e dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto ad opera di Archeo Solutions, rappresentata dagli archeologi Sabrina Luglietti e Paolo Baretti. Operatori che sono stati attivi, diretti dal funzionario della Soprintendenza Daniela Patrizia Locatelli, anche durante le indagini svoltesi l’anno scorso nella palafitta Gaggio Keller di Galliate Lombardo, uno dei siti meno noti del lago, la cui presentazione è stata riprogrammata a causa dell’attuale situazione sanitaria. Ma non è solo la riva sud del lago a raccontare la nostra storia: fra poco i riflettori saranno volti verso l’isolino Virginia, in territorio di Biandronno, ma proprietà del comune di Varese. Ce ne parla Barbara Cermesoni, conservatore museale archeologo presso i Musei Civici di Varese: “I lavori previsti comprendono innanzi tutto una approfondita ricognizione e un preciso rilievo delle strutture sommerse lungo la sponda orientale. In seguito l’area individuata verrà delimitata con un campo boe allo scopo di segnalarla e di proteggerla. Si tratta di un’azione molto importante e imprescindibile, in corso in tutti i siti palafitticoli che fanno parte della lista seriale “UNESCO “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”. Le indagini -continua- cominceranno al più presto, non appena riceveremo tutte le autorizzazioni necessarie all’installazione del campo boe provvisorio che dovrà delimitare l’area di lavoro del sub. Un’altra azione prevista è la pulizia dello scavo al centro dell’isola, che avverrà in questo mese. Successivamente di concerto con la Soprintendenza si deciderà come agire per la sua tutela e valorizzazione. Tutti i lavori inerenti l’archeologia, cofinanziati dalla Regione su bando “siti UNESCO” 2018, sono stati progettati e saranno condotti in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese, che ha la direzione delle indagini, e saranno realizzate da Studio Ar.Te. Archeologia e Territorio di Milano, che si è aggiudicato l’appalto. Contestualmente è in corso il riallestimento del museo “Ponti”, grazie al finanziamento di Regione Lombardia, ottenuto da Varese 4U Archeo. La consulenza scientifica è fornita dal Museo di Varese e dalla Soprintendenza. L’intervento prevede di adibire una sala per la proiezione di un filmato riguardante la storia dell’Isolino. Contempla inoltre la ricostruzione dell’interno di una capanna neolitica, allestita in una sala del primo piano. Infine l’ultima sala rimarrà adibita per l’esposizione dei reperti”, termina il conservatore. “L’Isolino Virginia -interviene il sindaco di Varese, Davide Galimberti- è un importantissimo patrimonio, inserito in un sito seriale UNESCO, che deve essere difeso e conservato per trasmetterlo alle generazioni future. Prendersi cura dell’Isolino è un grande onore e una grande responsabilità. L’amministrazione comunale di Varese è consapevole di questa grande resposabilità e per questo sta mettendo in campo tutto l’impegno e tutte le risorse necessarie alla salvaguardia e allo studio di questo sito archeologico unico al mondo”.
Federica Lucchini
E’ in cantiere la pubblicazione di una piccola guida informativa che illustrerà le esplorazioni subacquee del progetto 2019 che riguarda le ricognizioni nella palafitta Ponti di Cazzago Brabbia. “Tali operazioni -spiega l’archeologa Sabrina Luglietti che le ha condotte assieme a Paolo Baretti- hanno portato all’individuazione, alla numerazione e al rilievo di un centinaio di pali all’interno di un’area totale di 48 mq. in continuità con una precedente, in cui nel 2018 erano stati rilevati una cinquantina di pali. La datazione dendroconologica ha portato all’individuazione di un elemento strutturale datato 1555-1554 a. C. In questi giorni, alcuni campioni di pali provenienti dal questo sito, sono stati inviati ad un laboratorio per le analisi al carbonio 14, così da poter ampliare la curva cronologica dell’insediamento”. Soddisfazione anche per il sindaco Emilio Magni: “Con le nostre risorse economiche non possiamo effettuare un intervento di grande spessore, ma crediamo profondamente nella sua funzione di riportare alla luce testimonianze fondamentali per la nostra storia. Abbiamo quindi preferito diluirlo nel tempo a partire dal 2017 con un impegno di spesa di 20mila euro e con l’auspicio di ottenere il riconoscimento di sito Unesco”. Per ora la palafitta di Cazzago, come la Keller Gaggio di Galliate è sito associato Unesco, mentre la Bodio Centrale è stata riconosciuta sito Unesco nel novembre 2018.
Federica Lucchini