Un rinnovamento della tradizione nel segno della gioia: con il conferimento del Giovannino d’oro a mons. Emilio Patriarca, già vescovo della diocesi di Monze in Zambia ed ora presenza feconda nella Comunità Pastorale della Santissima Trinità a Gavirate e Comerio, ieri si è vissuto pienamente la festa di san Giovanni evangelista, patrono della città. Era da vent’anni che questa onorificenza non veniva assegnata: il ripristinarla ha voluto rendere grazie ad una figura caratterizzata “dall’umiltà, dalla carità pastorale e dalla cura nella predicazione del Vangelo”, come ha evidenziato il parroco, don Marco Casale. È una storia ricca, quella di don Emilio, che ha l’Africa nel cuore: 14 anni in Zambia gli permettono di manifestare la sua dedizione, in particolare verso gli ultimi. “Sei un uomo affidabile, affettuoso, amabile –disse il cardinale Carlo Maria Martini, durante l’omelia della messa in cui venne consacrato vescovo nel 1999- Sei ricco di simpatia per ogni umana sofferenza, sincero, aperto al dialogo, degno di fiducia”. Parole queste che trovano pieno riscontro nell’opera che continua a professare. Questo momento intenso vissuto nel pomeriggio, assieme a un incontro biblico, tenuto da don Roberto Vignolo “Giovanni ovvero il discepolo che Gesù amava?”, è stato preceduto la mattina dalla messa solenne. Un rito aperto dall’accensione del pallone di ovatta, simbolo del martirio del santo, e presieduto da don Roberto Verga nel 50° anniversario di sacerdozio e da don Emilio nel 25° di episcopato. Il clima, che si è vissuto in una chiesa gremita, è stato all’insegna della gratitudine, a partire dall’omelia di don Roberto che ha ricordato gli anni trascorsi a Gavirate, ricchi di esperienze e la incisiva figura dell’allora parroco, don Tiziano Arioli. La sua visita nella cappella dei sacerdoti al cimitero che ha preceduto la messa è stato un momento di intensità profonda. A siglare l’importanza del momento, la presenza del gonfalone della città, del sindaco Massimo Parola, del suo vice Roberto Zocchi, di altri amministratori e del luogotenente della stazione dei carabinieri, Giacomo Indelicato. Per completare la tradizione, non è mancato il vino di san Giovanni.
Federica Lucchini
INDIRIZZO DI SALUTO A NOME DEL CONSIGLIO PASTORALE
Marco Vergottini
- Tre amici diventano vescovi
A Varese, tre sacerdoti ordinati nei primi anni ’60, amici fra loro, intrapresero un percorso straordinario, divenendo vescovi della Chiesa cattolica. Si tratta di:
- Attilio Nicora (parrocchia San Vittore)
- Giovanni Giudici (parrocchia Bosto)
- Emilio Patriarca (parrocchia San Carlo)
- Baloo e gli Scout
Negli anni ’60, don Emilio, scout dell’ASCI (oggi AGESCI) del “VARESE 1”, fondò a Varese il branco dei Lupetti. In qualità di assistente ecclesiastico adottò il nome di Baloo, l’orso “maestro della legge” tratto da Il libro della giungla di Kipling.
- Missionario fidei donum
Ordinato sacerdote nel 1962, don Emilio partì come missionario fidei donum, inviato dalla diocesi di Milano, una Chiesa di antica tradizione, prestò servizio presso la nascente diocesi di Monze, in Zambia.
- Missione in Zambia
Don Emilio trascorse 14 anni in Zambia, dove fondò la missione di Lusitu. Era amato dalla gente per la sua vicinanza, la sua dedizione verso tutti, in particolare gli ultimi, e la sua capacità di parlare correntemente la lingua tonga. Un episodio emblematico racconta che il cardinale Carlo Maria Martini durante una visita ai preti ambrosiani rimase colpito dalla biblioteca di don Emilio e commentò:
“È davvero un prete intelligente, perché nell’estrema povertà conserva libri di grande rilievo”.
- Vescovo e icona del Buon Pastore
Nel 1999, don Emilio fu consacrato vescovo della diocesi di Monze dal cardinale Martini. Durante l’omelia, egli pronunciò queste parole:
“La pagina evangelica di Giovanni [il racconto del Buon Pastore, Gv 10, 1-21] descrive la tua vita: sei un uomo affabile, affettuoso e amabile; sei ricco di simpatia per ogni umana sofferenza, sincero, aperto al dialogo, degno di fiducia. Chiunque ti conosce è pieno di gioia per la nomina che hai ricevuto dal Papa. Tutti, in Zambia e in Italia, sono rallegrati di ciò.”
- Motto episcopale
Contrariamente alla tradizione, che vuole i motti episcopali formulati in latino, don Emilio per sottolineare la sua vicinanza alla gente optò per l’inglese: “My grace is enough for you.
Il riferimento è a 2Corinzi 12, 9: «Ed egli mi ha detto: ‘Ti basta la mia grazia; la mia potenza, infatti, si manifesta pienamente nella debolezza.» Nel suo stemma episcopale, oltre alla carta geografica dell’Africa, sono presenti un pastorale, una tenda e la parola ebraica Shalom (Pace).
- Il ministero episcopale
Come vescovo, don Emilio seguì l’esempio del cardinale Martini, dando particolare importanza a:
- Il primato della Parola di Dio,
- Il vivere quotidianamente il Farsi Prossimo,
- Le visite pastorali nelle parrocchie della vasta diocesi di Monze
- Le lettere pastorali, pubblicate ogni anno.
- Comerio: il ritorno a casa
Da oltre un decennio, don Emilio risiede a Comerio, dove ha ritrovato don Mario Papa, un altro fidei donum con cui collaborò in Zambia nel 1980/81. Nella Comunità Pastorale della SS. Trinità, don Emilio celebra quotidianamente la messa in parrocchia. Nei giorni festivi, spesso presiede l’eucaristia nella chiesa di San Giovanni Evangelista, accompagnato dal diacono Angelo Vanini. Inoltre, visita i malati, prepara le omelie, confessa e amministra la cresima a giovani e adulti.
- Augurio
Ad multos annos! Questo è il nostro più sincero augurio, stavolta in latino, per don Emilio.
MOTIVAZIONI DEL CONFERIMENTO DEL GIOVANNINO D’ORO 2024 (don Marco)
< Il GIOVANNINO D’ORO edizione 2024 è assegnato a S.E. mons. Emilio Patriarca.
Don Emilio è stato fidei donum in Zambia (1968-1981) e parroco a Lusitu. Per la disponibilità e l’amore per la Chiesa africana è stato nominato vescovo di Monze e ivi ordinato dal cardinale C.M. Martini il 19 settembre 1999, svolgendo il ministero episcopale in Africa fino al 2014 per poi rientrare in Italia. Da allora don Emilio si è stabilito a Comerio nella parrocchia dei santi Ippoliti e Cassiano dove ha incontrato di nuovo il varesino don Mario Papa. Negli ultimi dieci anni ha servito con grande dedizione la nostra comunità pastorale SS. Trinità, prodigandosi nella celebrazione delle messe, nell’amministrazione delle cresime e nella visita ai malati. Di lui si segnalano i tratti della umiltà, della carità pastorale e della cura nella predicazione del Vangelo. >
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