– Non film di nicchia, ma film d’arte che mettono di fronte alle molte sfaccettature della nostra anima. Federico Sinardi, giovane consigliere delegato alla cultura, definisce così il cineforum, che assieme agli amici Luca Bossetti e Michele Paglialonga, ha organizzato a Cazzago. Un’iniziativa culturale particolare che finora ha visto la proiezione gratuita di pellicole poco note, ma che hanno risvegliato molti interrogativi negli spettatori. “Escono e vediamo dai loro occhi che il film proposto è proprio piaciuto – afferma Federico – e ci chiedono quando proiettiamo il prossimo, consapevoli che queste pellicole, se non avessero avuto questa occasione, non le avrebbero mai viste. Abbiamo voglia di cultura vera che agisca da filtro nel nostro vivere quotidiano. Non scegliamo film che guidano lo spettatore, come gli attuali, ma film che lasciano alcuni elementi irrisolti”. E perché lo spettatore sia introdotto nel tema proposto viene presentato prima un commento supportato da slide. Quando esce ha con sé un piccolo dono raffinato: un’immagine del film con una frase dal significato forte. La rassegna è iniziata con “Il gabinetto del dottor Caligari”, un film muto del 1919, “su cui non punta più nessuno, ma un capolavoro indiscusso del cinema che ha una profonda attualità”. Poi “L’Atalante” di Jean Vigo, una bellissima storia d’amore. Per “La fontana della Vergine” di Ingmar Bergman lo spettatore ha avuto il testo della ballata del 1300, “Le figlie di Per Tyrsson a Vange”, da cui è tratta la sceneggiatura in svedese, con traduzione in italiano. Bellissima l’immagine: Max von Sydow, nella parte di Tore, mentre si guarda le mani insanguinate dopo la vendetta, che comprende anche la morte di un innocente: “Ma tu vedi, Dio! Tu vedi la morte di un innocente, vedi la mia vendetta … e non l’hai impedito … io non ti capisco”. “C’è sempre un tema attuale nelle nostre scelte, condivise da filmstudio90 – continua Federico – Il protagonista scende allo stesso livello dell’assassino e si rende conto che con la violenza non c’è salvezza. Si riappacifica con Dio e Dio gli manda un segno”. Nei programmi dei tre giovani ci sono altri film e quest’estate, grazie sempre alla giunta comunale, guidata dal sindaco Emilio Magni, alla collaborazione dei ragazzi dell’oratorio, li proietteranno nelle vecchie corti di Cazzago, valorizzando luoghi che sono esenti dall’urbanizzazione sfrenata. “Li voglio riempire di luci e di immagini”. E Federico è felice. Ama il suo paese. “A Cazzago è come se ci fossero le sirene di Ulisse: ti obbligano a restare qui”. A maggior ragione per un luogo così significativo una proposta di cultura che fa sognare ad occhi aperti.
Federica Lucchini