Ci sono anziani che dormono nelle stazioni, nelle gallerie delle città, sui marciapiedi, nei parchi pubblici. Ci sono anziani abbandonati in una desolante solitudine, con accanto nessuno, nessuno che si prenda cura della loro umanità, del loro essere, anziani che non vogliono abbandonare la loro casa, le voci dei muri, un ritratto ingiallito, foto seminascoste nell’ombra di una stanza, anziani che cercano disperatamente il senso di un’appartenenza che non si vede più, che si mescola al qualunquismo della gente perbene e che si dissolve in ricordi martellanti, avvolti in sospiri e lacrime, in un conflitto senza speranza. Ci sono anziani che pesano a se stessi, che non amano più la vita, che vorrebbero fuggire via, nell’ombra di quel mistero che ha riservato loro momenti di assoluta disperazione, eppure basta poco. Basta poco per farli sorridere, per aiutarli a dimenticare, per infondere nei loro cuori spezzati una speranza nuova, basta raccontare, recitare, pregare, dialogare, basta riportare la loro attenzione sulla bellezza della vita, dei ricordi, delle figure che hanno incontrato, dell’educazione che hanno ricevuto, basta essere veri, parlare con la voce del cuore, con la fermezza di chi crede in quello che dice e in quello che fa. Lo sguardo di un anziano illumina il mondo, lo colora, lo semplifica, lo scioglie dai vincoli negativi, lo rende intatto alla bellezza che è stata donata per essere amata, protetta, vissuta e tramandata. Non c’è tristezza nello sguardo un po’ perso dell’anziano, c’è solo un tesoro da sdoganare, permettendogli di uscire allo scoperto, aiutandolo a ritrovare la possibilità di sorridere di nuovo alla speranza. Basta poco per far ritrovare la voglia di vivere, per restituire quello che la natura ha donato nella sua infinita generosità, basta davvero poco per accendere un motore che si è spento e che rantola sospiri e parole, cercando nella sguardo e nella voce di un passante la possibilità di ricominciare, di riannodare lampi d’immagini che hanno riempito il profumo della primavera in tempi ormai remoti. Che bello è vedere ritornare un sorriso che si pensava perduto per sempre, che bello è vedere una vita che riprende, che si riavvolge, che chiede di amare, di sorridere, di pensare, di sottolineare, di rimettere in fila ricordi che sembravano spenti. Mentre nei salotti importanti si consumano conflitti e congiure, mentre l’odio e il rancore distruggono la vita e le sue straordinarie risorse, i vecchi attendono solo un sorriso, un racconto, qualcuno che li faccia sentire di nuovo persone che amano, che osservano il mondo in silenzio, con cura, sollevando spesso gli occhi verso il cielo per capire fino a quando. E’ nella infinita generosità dei vecchi che si scioglie il cantico della vita e che ciascuno impara a riconoscersi, è nella loro capacità di donare, che il mondo diventa più accessibile, meno ostile, meno antagonista, meno ipocrita, più delicatamente amabile, degno di essere portato come esempio di una bellezza che, nonostante il fluire inesorabile del tempo, non finisce mai di stupire.