Il Mare dei Caraibi
Quand’è che vieni a prendere la tua roba? “Appena ho finito in cantiere, passo da te”. Pasquale è un ragazzo sveglio: lavora per un’impresa edile e poi si arrangia per conto suo facendo qualche lavoretto; peccato che stavolta il suo cliente è un tipo con qualche precedente per spaccio di stupefacenti e ha il telefono sotto controllo. Pasquale sale sulla famigliare sgangherata e va a prendere la sua “roba”, cioè secchi e frattazzi; la pattuglia dei carabinieri appostata nelle vicinanze lo blocca per cercare l’altra “roba”, cioè coca e marijuana. Dopo un’ora di interrogatorio l’equivoco è chiarito, ma la conseguenza inevitabile è una multa salatissima per violazione delle regole sui lavori edili.
Inutile perdersi d’animo, bisogna lavorare sodo e rimediare al danno quanto prima possibile; Pasquale si muove sui ponteggi, sale e scende la scala portando i secchi pieni di malta. Finché un giorno, vuoi per la stanchezza, vuoi per la fretta, incespica e casca di sotto; poteva andargli peggio: due costole rotte e un mese di riposo assoluto. Stavolta si sente giù di corda, osserva con angoscia la data di scadenza delle bollette, il sollecito dell’assicurazione, l’estratto conto con il saldo prossimo allo zero. Non si può andare avanti così! I lavori sono pochi e quando arrivano ci si mette di mezzo la sfiga; bisogna andare sul sicuro e stare con i piedi in terra, basta con le impalcature! Pasquale spegne la televisione e scorre la rubrica del telefonino; lì dentro ci sarà pure qualcuno che potrà dargli una dritta o metterci una buona parola. Infatti lo trova; è il Mario, il geometra che dirigeva il cantiere qualche anno prima: un po’ imbranato tra le colate di cemento, ma decisamente a suo agio quando tirava i prezzi ai fornitori. Una mattina d’estate arrivò con la macchina fin sotto la gru, tirò giù le bottiglie di spumante e il vassoio dei pasticcini gridando: “Ehi ragazzi, si festeggia, ho vinto
il concorso per l’ufficio tecnico, basta scottarsi sotto il sole e sguazzare nel fango, d’ora in avanti caldo d’inverno e aria condizionata d’estate!”. Da allora il Mario era diventato un’autorità, ma la sua amicizia con i compagni di lavoro era rimasta immutata.