HO VISTO
di felice magnani
Ho visto gente sorridere
come se tutto fosse al suo posto.
Ho visto gente piangere,
come se il cielo si fosse rotto in un lago di sangue.
Ho visto sguardi sicuri, arcigni, irritanti,
spalmati di estenuante compressione,
arroccati su lastre di pietra,
incapaci di tonificare un respiro,
di definire meglio l’identità,
la dignità,
la voglia di vivere.
Ho visto
e nell’incertezza ho abbandonato il pensiero,
svuotando d’irrisolto un vecchio retaggio,
poi ho ripreso a volare,
come se il tempo si fosse abbassato
sfiorando lo spazio fino a farlo tremare.
Ho visto
e in quel grigio spessore
ho ripreso a sognare,
come se nulla di male fosse accaduto,
ho rimesso al cuore la dignità,
guardando e riguardando nel cassetto cigolante
delle rimembranze,
l’indumento adeguato.
All’improvviso un sussulto,
un rintocco più forte
fino a confondere il senso,
poi una quiescente insolenza,
l’idea che la negazione non fosse il male assoluto,
l’inizio di un decollo meno congeniale,
meno siderale,
più attento a mantenere ferma
e leggera
la sarcastica immobilità della legge.
Ho ascoltato
e riascoltato come se nulla fosse accaduto,
fino all’esasperazione,
riprendendo a volare subito dopo,
come l’ uccello aggredito dal falco,
zoppicante,
volto a riprendersi la libertà.
All’improvviso il mondo si è fatto silente,
avvilente,
immobile,
quasi assente,
come se non avesse mai più incontrato quel viso,
quella voce,
quel tono fermo,
autorevole,
convincente.
E’ quel mondo che scruta,
che annaspa rabbioso,
sottoponendo la vita a giudizio,
come se tu solo fossi il colpevole,
poi si nasconde
dove il buio non lascia all’onestà ombre di luce,
camini accesi per sguardi irrisolti.
La prevaricazione d’incanto scompare,
o forse è ferma a rimescolare rimorsi,
in attesa di un esito che non arriverà,
forse mai.