Ha compiuto (24 gennaio) cento anni la memoria storica di Biandronno, Ambrogia Lucchini, mamma, nonna, bisnonna, operaia per una vita allo “stablimentel”, come veniva denominata la fabbrica di fazzoletti all’ingresso del paese. Quello che contraddistingue la sua figura, sono i valori che ha continuato a coltivare, memore di un’infanzia bella e ricca per quanto attiene gli affetti, ma all’insegna delle difficoltà economiche che caratterizzavano quegli anni. Eppure, sa intessere ricordi di una comunità viva e unita che trovava la voglia di vivere in mezzo a tante difficoltà e si divertiva con un nonnulla. Un’infanzia, vissuta attorno al camino, nei cortili, sulla strada, allora vera palestra di crescita per tutti i bambini dei “casati” di Biandronno, di cui lei, con sorprendente memoria, ricorda ancora tutti i soprannomi. L’attenzione a non gettare via nulla, a riutilizzare quel poco che si aveva e a valorizzarlo: abitudini che costituiscono un insegnamento attuale. Interpreta e racconta l’anima di un’epoca. Il suo sguardo si rannuvola quando si fa cenno alla guerra: il buio del coprifuoco, la fame, il pensiero di persone care al fronte che sarebbero potute non tornare. E’ sorridente quando parla del lavoro svolto nella fabbrica con i fazzoletti verdi e marroni per chi “tirava” il tabacco e quelli così eleganti che erano un piacere per il tatto. Oggi riceverà la visita del sindaco, Massimo Porotti, felice che nel suo primo anno di amministrazione, può vivere questa esperienza. Il dolore ha bussato parecchie volte alla casa di Ambrogia, anche la settimana scorsa. Ma sarà tutta la famiglia che si stringerà attorno per festeggiarla.
Federica Lucchini