GRAZIE, UN GIRO D’ITALIA BELLISSIMO
di felice magnani
Non ci sono parole! Quando capita di vedere un Giro d’Italia come quello di quest’anno puoi guardare al futuro con fiducia, perché significa che lo sport ha ripreso la sua voce, il suo ampio respiro, la sua capacità di entrare con forza nell’emozione popolare sempre lì, pronta ad aspettare che qualcuno le dia la spinta giusta, quella che concilia la voglia di ricongiungersi in pieno con la vita e le sue aspettative. In questo Giro abbiamo rivisto l’Italia della speranza e della concretezza, della genialità e della creatività, dell’umiltà e della determinazione, ci siamo appassionati come non mai alla naturale bellezza del nostro paese, vissuta nelle immagini, nei racconti, nelle voci cariche di umanità e di passione che hanno allietato i nostri pomeriggi pandemici. Immagini e voci ci hanno fatto vivere quello che realisticamente avremmo voluto vivere: passione pura e semplice, volti di corridori votati all’umana bellezza del sacrificio e dell’impegno, voglia di soffrire e di amare, di dare tutto per restituire al paese la sua voglia di vivere. Abbiamo capito una volta di più che la RAI è davvero una mamma che sa interpretare le aspirazioni più profonde dei suoi figli dimostrando, se ce ne fosse ancora bisogno, di essere una figura insostituibile nel panorama italiano della comunicazione, dentro il quale ognuno vive una parte bellissima e fondamentale della vita quotidiana, in particolare quando il nemico di turno tenta di condannare all’isolamento e alla frustrazione. E’ quella RAI che ce la mette tutta per dimostrare che il paese sa soffrire, osare e mordere il freno, aspettare, ma sa anche uscire allo scoperto colpendo nel segno, proprio quando il presente e il futuro vorrebbero spegnere le loro luci, lasciando aperti vuoti e spazi non facili da riempire. Quest’anno abbiamo gioito con i nostri campioni, anche con quelli che arrivano da lontano, giovani e meno giovani, abbiamo imparato ad amarli per quello che sono, con i loro caratteri e le loro pieghe più segrete, quelle che spesso non appaiono in tutta la loro luce quando la strada spiana e tutto diventa più facile. Abbiamo imparato a voler bene, abbiamo capito che lo sport è un grande veicolo di cultura e di umanità che sa scuotere le coscienze e arricchire quel mondo di emozioni che spesso viene risucchiato dalle tragedie e dai drammi che si consumano accanto a noi. Quanti campioni abbiamo visto sfilare. Abbiamo imparato a leggerli con un’attenzione tutta particolare, abbiamo cercato di capirli, ci siamo resi conto che dentro a ognuno c’è quella straordinaria parte di umanità che desidera emergere fuori da schemi ordinari e troppo vincolanti, abbiamo condiviso con loro la voglia di far bene, di onorare con l’umiltà una presenza, di dimostrare che la bellezza nasce molto spesso da un sacrificio, da una volontà che non si ferma davanti agli ostacoli. Quanti volti sorridenti, quante mani alzate, quanti sorrisi pieni di umanità e di gioia profonda, quanti baci e abbracci, quante attese e quante speranze, quanta voglia di sottolineare con l’impegno personale che la vita è bella quando sfida le intemperanze di un’esistenza che spesso si manifesta con le sue asperità, i suoi drammi, le sue solitudini. E’ anche così che il mondo dell’utenza televisiva ha respirato l’anelito profondo di chi fatica per regalare un sogno alla gente comune, per dimostrare che si può essere campioni anche per un solo giorno e che si può vincere sempre, basta volerlo, anche quando l’obiettivo appare impossibile. Per un capitano che si è fermato colpito dalla sfortuna ci sono stati gregari pronti a dimostrare che la squadra è il simbolo di una volontà comune, di un servizio organizzato per la felicità di tutti. Bravi tutti, italiani e stranieri, bravi gli organizzatori, i cronisti, i giornalisti, i commentatori online, gli scrittori, bravi tutti coloro che con cultura e passione hanno saputo tessere ogni giorno una perla di felicità, regalando a ognuno di noi un brivido di speranza. Bravi quei narratori che con sapienza e audacia intellettuale hanno saputo costruire momenti di grande spessore culturale, grazie ai fotografi che hanno saputo convogliare la loro arte al servizio di un paese che sa sempre trovare, soprattutto nei momenti più impensati, le sue carte vincenti. Ancora una volta il Giro si è superato, dimostrando la vera natura dell’immagine sportiva, quella che entra nei cuori e produce effetti positivi, aiutando quella voglia di emozione che è parte costitutiva della gente del nostro paese, da sempre abituata a riprendersi strada facendo la propria ricchezza, quella che nasce da un cuore grande e da una determinatissima voglia di dimostrare di che stoffa è fatta la generosità di chi, con l’impegno sportivo, rilancia i valori più puri e più veri della storia italiana.