Un migliaio di pali individuati e un’area ben predisposta formata da ciottoli: lo studio della palafitta Ponti, grazie alla campagna di scavo finanziata dalla Regione e dal Comune, si sta rivelando di grande interesse.
I nostri antenati erano ottimi carpentieri: pali scelti di eccellente qualità, al punto che l’archeologa subacquea Sabrina Luglietti ha dovuto utilizzare una sega molto affilata per poterne tagliare otto, posizionati in tre punti diversi, allo scopo di campionarli. Durezza e resistenza sono state le loro caratteristiche che stupiscono, se si considera che la stazione palafitticola è stata abitata fino al 1500 a.C.(Bronzo recente) dal 4000 a.C.(primo Neolitico).
Quindi fino a 2500 anni fa. Quello che incuriosisce è l’area acciottolata. Naturale o artificiale, cioè costruita dall’uomo per avere un’area asciutta o una massicciata di protezione? Per ora non è dato di sapere, comunque per l’archeologa, coadiuvata dalla collaboratrice Martina Melchiori, munite di bombole, erogatori e di giubbini gonfiabili, con la supervisione dell’ispettore onorario Paolo Baretti, è stata una visione particolare vedere tra i sassi spuntare pali di ontano, frassino, quercia. “Questi ultimi – spiega la Luglietti – saranno quelli che daranno meglio i risultati al carbonio 14, per stabilirne la datazione scientifica.
L’acciottolato è un manufatto che diventa parte integrante della palafitta. E’ stato usato con cognizione di causa, sfruttato come opportunità. Contribuisce, inoltre, a conoscere le tecniche di costruzione. Questa campagna di scavo è finalizzata ad individuare il perimetro della palafitta. Si studieranno ora i dati raccolti, poi, importante sarà il posizionamento del campo boe per evitare l’accesso alla barche. Tale operazione verrà effettuata anche nella stazione di “Bodio Centrale”, già peraltro studiata”.
Perché questo primo capitolo della storia della palafitta di Cazzago venga conosciuto, giacché i reperti sono sotto l’acqua, verrà posizionato un pannello illustrativo all’imbarcadero con i codici Qr che permetteranno la visualizzazione, mediante smarphone, di video montati e postati sul canale youtube. “Sono doverosi i ringraziamenti del team di ricerca – conclude l’archeologa – al sindaco di Cazzago, Emilio Magni, alla sua collega di Bodio, Eleonora Paolelli, al funzionario della Soprintendenza ai Beni Archelogici, Barbara Grassi, e alla Regione”.
Federica Lucchini
Varesenews
Cazzago e Bodio, le palafitte tornano protagoniste del lago