con don Marco Dania
GINO BARTALI, UN FULGIDO ESEMPIO DI ITALIANITA’ di Felice Magnani
Gino Bartali è stato grande non solo perché ha dimostrato sul campo le sue qualità atletiche, ma perché dentro quel suo innegabile tesoro coltivava il rispetto di una condizione umana che aveva bisogno di aiuto per affermare valori come la giustizia, la legalità, la libertà, il rispetto, la generosità, l’altruismo, l’amore per la vita. Il grande Gino schiacciava gli avversari nella morsa della sconfitta, ma contemporaneamente apriva le porte della speranza a chi era perseguitato. Non è stato solo il campione dei due Tour de France, dei tre Giri d’Italia, delle quattro Milano Sanremo, dei tre Giri di Lombardia, delle quattro maglie di campione d’Italia e delle centinaia di corse vinte sui traguardi di tutto il mondo, non è stato solo l’atleta che seminava gli avversari sulle grandi salite, che si cimentava con Fausto Coppi in sfide titaniche, ma soprattutto l’uomo che sapeva svestire gli abiti del trionfo, per indossare quelli della persona cosciente di quanto fosse bello e importante difendere il valore della vita umana, sfidando la morte. Ci sono immagini di Gino che sono simboliche ed emblematiche, come quella sul col di Galibier, nel Tour del 1952, quando passava la borraccia a Fausto Coppi, dimostrando che l’amicizia va ben oltre l’antagonismo, poi c’è quella dello sport che salva vite umane, lo sport che si batte per stemperare odi e rivalse, regalando di nuovo la forza del sorriso. L’immagine di Gino è quella di uno sportivo che si trasforma in collante di umanità, di gioia ritrovata, di rispetto e di democrazia. Parlare di Bartali è come andare alle origini della nostra storia, scoprire quello che il ciclismo ha saputo offrire non solo sul piano delle vittorie personali e dei trionfi, ma per la sua capacità di saper risollevare il cuore della gente regalando emozioni, una gran voglia di vivere, soprattutto quando il clima diventa aspro e inospitale. Con Gino Bartali l’Italia ritrova la sua fiducia, la sua capacità di saper interpretare la voglia di sognare della gente comune, si lascia condurre per mano da un campione toscano tenace, schietto e generoso, che sa interpretare al meglio il desiderio di un popolo di cancellare le tristezze del passato, riscoprendo la bellezza e la gran voglia di un riscatto morale, sociale, politico, economico e religioso che riguarda tutti, anche ci la pensa diversamente da noi.