GIGI RIVA SE N’E’ ANDATO. IL FORMIDABILE ATTACCANTE DEL CAGLIARI E DELLA NAZIONALE, IL MANCINO CHE SAPEVA ESALTARE LE FOLLE CON LE SUE PROVERBIALI BORDATE, E’ MANCATO ALL’ETA’ DI 79 ANNI, LASCIANDO NEI TIFOSI IL RICORDO DI UN UOMO E QUELLO DI UN CALCIATORE CHE HA SAPUTO SCONFIGGERE LA TRISTEZZA, PER REGALARE A CHI CREDEVA IN LUI L’ENTUSIAMO DI UN GIOCO, IL CALCIO, UNICO NELLA SUA STRAORDINARIA BELLEZZA.
di felice magnani
Gianni Brera lo aveva soprannominato “Rombo di tuono”. Gigi Riva è il personaggio non personaggio che ha incantato le platee sportive di tutto il mondo, con quel suo personalissimo stile e con quella “divina” eleganza calcistica che ne avevano fatto l’ultimo mito di una storia che si è imposta per la sua graffiante bellezza. Una fanciullezza e un’ adolescenza complicate, la morte del papà e della mamma, la vita difficile dei collegi, una voglia innata di correre e scalpitare e poi l’incontro con quel pallone che stimolava la sua caparbietà, la sua voglia di dimostrare quanto i talenti ricevuti potessero davvero cambiare la vita delle persone, in particolare la sua. I primi calci nella sua Leggiuno, poi l’impatto domenicale con un pubblico vivace e attento a Laveno Mombello, quindi a Legnano, diventata il suo primissimo trampolino di lancio. Nessuno avrebbe potuto immaginare che quel ragazzino ancora fisicamente tutto da costruire potesse diventare un giorno uno dei calciatori più amati dal pubblico italiano e mondiale. Il passaggio al Cagliari poteva sembrare incredibile, nessuno avrebbe immaginato che dovesse andare così lontano per confermare le sue straordinarie doti di bomber, ma la Sardegna lo ha accolto fin da subito come un figlio, dimostrandogli tutto il suo calore, la voglia di tenerlo vicino, di coccolarlo, di ringraziarlo per quel suo coraggioso temperamento che lo rendeva leggendario nelle aree di rigore di mezzo mondo. Una unione bellissima quella di Gigi con il popolo sardo, fatta di vincoli affettivi che si sarebbero consolidati nel tempo e che non avrebbero mai ceduto alle lusinghe del denaro e della notorietà, neppure quando la grande Juventus di Torino si era resa disponibile a sborsare fior di quattrini per poterlo comprare. Riva ha dimostrato non solo di essere uno straordinario talento calcistico, un attaccante unico nel suo genere, ma soprattutto quanto fosse capace di amare chi lo aveva voluto vicino come un figlio, mettendogli a disposizione non solo la propria squadra, la propria terra, ma anche il proprio affetto, diventato sempre più vivo e vincolante nel corso di una storia unica e bellissima. Con il Cagliari momenti di grandissimo spessore sportivo, lo scudetto e poi tante soddisfazioni con la Nazionale, anche se in qualche caso il destino gli ha riservato momenti difficili, incidenti drammatici, superati con una ferrea volontà, con quella sua capacità di sapersi ricostruire ogni volta, sorretto da uno spirito indomabile, dalla voglia di lottare e di combattere, di non lasciarsi abbattere dalle difficoltà . Un Gigi Riva grande come calciatore, ma soprattutto grande come uomo. Serio e compassato, un esempio da imitare, un uomo che aveva imparato ad amare la riservatezza e la caparbietà della gente sarda, quella gente che gli apriva le porte di casa per rendere più agevole il suo inserimento nella vita sociale e culturale. Gigi Riva resta nella mente e nel cuore di tutti quei tifosi che lo hanno imparato a conoscere e apprezzare per la signorilità dei suoi comportamenti dentro e fuori dal campo, per quel suo carattere apparentemente un po’ chiuso, ma immediatamente pronto, sempre, a regalare il calore di un sorriso e di una stretta di mano.