Gesù Bambino a Bardello è già arrivato sotto forma di un angioletto di grande valore artistico e storico venuto alla luce durante i restauri all’interno del battistero nella chiesa parrocchiale di santo Stefano. E’ stata una grande sorpresa per i restauratori e per il parroco don Marco Longoni vivere l’inizio di quello che si prevede essere un percorso all’insegna della meraviglia inattesa. Dopo aver terminato i lavori all’interno delle cappelle laterali, dedicate alla Madonna del Rosario e a san Giovanni Battista, l’attenzione è stata rivolta al battistero, le cui pareti e il soffitto erano coperte di colore azzurro. “In accordo con l’architetto Carlo Nessi e la dott.ssa Ilaria Bruno, storica dell’arte, della Soprintendenza di Milano -spiega il direttore tecnico dei lavori Gian Maria Manvati – abbiamo attuato diversi approfondimenti stratigrafici. La più antica copertura, di difficile recupero a causa della forte adesione della ridipintura che lo riveste, risale con ogni probabilità alla prima metà del Settecento quando è stata ampliata la chiesa. Ciò che si sta scoprendo è un affresco dai toni caldi di terre d’ombra bruciate e ocre rosse. Attualmente sono state recuperate solo alcune piccole aree che ci permettono oggi di intravedere figure di putti dipinte con grande maestria. Le sapienti pennellate in trasparenza, tipiche degli affreschi dell’epoca, lasciano intendere che il pittore era di buona scuola e conosceva molto bene sia l’anatomia sia la prospettiva della finta architettura che presenta decorazioni finissime. Molto lavoro ci attende per il difficile recupero a punta di bisturi”. Curiosità sta emergendo da parte degli abitanti, resosi conto che sono sotto quelle pareti mille volte viste, si nascondeva un’intero ciclo pittorico, voluto da un committente che non ha lesinato in denaro. L’auspicio è che anche loro possano contribuire a farlo riemergere nella sua intera bellezza. Dirige i lavori l’architetto Massimo Brambilla con cinque restauratrici (Marcella Colombo, Chiara Gagioli, Michela Napoletano, Maria Saibene, Paola Zabaglio) e due operatori di restauro, Omar Agazzi ed Emanuele Brancato.
Federica Lucchini