“Un’inestimabile ricchezza morale”: l’espressione usata dal sindaco Samuel Lucchini, ieri, durante la cerimonia in cui è stato benedetto il rifacimento della lapide che ricorda i caduti gemoniesi di tutte le guerre, ha condensato il significato del momento che ha visto una partecipazione di pubblico di tutte le età. Su quel marmo ripulito, i nomi che spiccano “ci sollecitano a vivere in modo autentico i valori della solidarietà, della convivenza civile perché diveniamo degni interpreti del loro sacrificio”, ha continuato il primo cittadino. Così, quel piccolo tempio scolpito sul muro laterale della chiesa di san Rocco nel quale trovano spazio la memoria dei caduti e la scritta “Gemonio ai suoi prodi caduti per la Patria”, dopo il restauro, continua la volontà del consiglio comunale che nella seduta del 16 febbraio 1919 deliberò la sua costruzione. Rapida fu nell’eseguirla l’apposita commissione, presieduta da Pietro Valmaggia, che grazie all’opera di Francesco Ermoli, riuscì ad inaugurare il monumento sette mesi dopo. Ora, a portare avanti il testimone è stato il gruppo Alpini, custode della bandiera dell’Associazione Combattenti e Reduci. Ha raccolto attorno a sé molte associazioni del paese che ritengono un onore poter contribuire all’iniziativa, assieme a privati cittadini. Il parroco don Silvio Bernasconi, che ha benedetto l’opera, il corpo musicale gemoniese, il coro di Caravate, diretto da Marco ed Ezio Cadario (all’organo Matteo Trettene) che si sono esibiti all’interno della chiesa, con gli alunni della scuola primaria hanno reso significativa la partecipazione, assieme al presidente onorario della Combattenti e Reduci, Luciano Bon, classe 1921, all’associazione Carabinieri d’Italia di Cuvio, rappresentati da Roberto Ronzani e Gino Pescaro. Il capogruppo Doride Sandri ha invitato a scoprire la lapide due figure apprezzate dalla comunità: Elisa Franzetti, figlia di alpino e reduce di guerra, e Renata Beltramini, figlia di un fondatore del Gruppo Alpini. I lavori sono stati eseguiti dai fratelli Ambrosetti di Besozzo.
Federica Lucchini
Dal sito di Doride Sandri alcune foto