I luoghi da cui partire per conoscere l’anima poliedrica di Gavirate sono molti: ognuno ha in sé una caratteristica specifica all’insegna dell’unicità di una città dalla storia significativa.
Il lago è il polo attrattivo più vissuto, non solo la domenica, quando la riva pullula di innumerevoli visitatori che trovano motivo per trascorrere il tempo libero negli incontri con gli amici, nei giochi per i bimbi, nella tranquillità per gli anziani, nel battellino per l’isola Virginia, nella passeggiata lungo la pista ciclopedonale.
E’ questa infatti la via che permette di godere la bellezza della riva: in direzione di Bardello, con tratti di verde fino all’incile del fiume omonimo, angolo molto panoramico dove la vita pulsava già nel Neolitico Inferiore, come hanno testimoniato i ritrovamenti di due stazioni palafitticole.
Se si vuole procedere verso la Schiranna, si intraprende un percorso ricco di natura e di storia: nei pressi della sede dei canottieri non ci si può non stupire di due alberi maestosi, splendidi esemplari di Pterocaria fraxinifolia, importati dalla famiglia dei Ponti, proprietari nella seconda metà dell’Ottocento dell’Isolino, dallo Stato americano delle Virginia.
Si passa vicino al museo della pipa (privato) conosciuto in tutto il mondo per la ricchezza di materiale che vi custodisce, simbolo di un’attività che è stata prolifica per Gavirate e per la frazione di Oltrona. Si cammina accanto al complesso del chiostro di Voltorre distinguibile grazie alla torre campanaria: merita una visita per la bellezza architettonica e per le proposte culturali dell’associazione “Amici del Chiostro”, gestore degli spazi di proprietà della Provincia.
Prima di giungere di fronte al santuario di Groppello della Madonna del Rosario, di recente costruzione, uscendo dalla pista ciclopedonale, in mezzo ai boschi, c’è un luogo che merita di essere raggiunto: la foce del torrente Tinella.
Di fronte si ha una visione da poster, un inno alla natura dominato da “sua maestà” il Rosa, come lo citava Guido Morselli (Bologna 1912 – Varese 1973). Scrittore di grande levatura, purtroppo postuma, ha legato il suo nome a Gavirate, dove, nell’omonimo parco, oggi visitabile in seguito al suo lascito, aveva fatto erigere la “casetta rosa”, luogo privilegiato di composizione dei suoi celebri romanzi e sede di convegni sulla sua figura.
Per chi vuole conoscere un aspetto di Gavirate non può esimersi da una passeggiata in questo luogo solitario e affascinante alle pendici del Campo dei Fiori: vi ritroverà l’anima dello scrittore nel silenzio e nel verde che tanto lo ispiravano.
Punto di riferimento per l’ingresso del parco la chiesa della Trinità.
Entrando nel cuore di Gavirate attraverso le vie centrali la mente va al mercato del venerdì, istituito da Carlo V con un decreto firmato a Toledo nel 1539 per rivitalizzare l’economia del paese, che aveva sofferto degli assalti delle truppe francesi. La prima sede fu nell’attuale piazza del municipio, baricentrica rispetto al chiostro di Voltorre, fiorente azienda agricola, e la deputazione spagnola che aveva sede nella località Armino accanto alla chiesetta allora dedicata a san Rocco, in seguito a san Carlo.
La mente va ai celebri Brutti e Buoni, creati nel 1875 da Costantino Veniani, ora prodotti da tutte la pasticcerie di Gavirate e conosciuti in tutto il mondo. La cittadina invita a visitare il rione di Fignano con i suoi graffiti, la biblioteca comunale, efficiente polmone culturale, gli spazi dedicati allo sport: luoghi che fanno comprendere la sua vivacità.