Dalla Prealpina
Se fosse una associazione come presidente avrebbe la Riconoscenza, come vice la Gratitudine, come segretario l’Affetto e avrebbe un bilancio così ricco che a quantificarlo ci vorrebbe molto tempo. Perché “fa memoria dei doni che i “soci” hanno ricevuto”, per usare un’espressione del parroco don Piero Visconti durante la messa celebrata in oratorio a Gavirate. Ad assistervi c’erano 22 alunni delle classi 3^ 4^ 5^ degli anni scolastici 1952/1955, oggi settantenni. In prima fila il loro maestro, Enrico Marchi, classe 1925, poi direttore didattico a Gavirate dal 1963 al 1995. E’ da dieci anni che si ritrovano per festeggiare il loro insegnante. “In un mondo sbilanciato verso la pretesa – ha continuato il sacerdote – gustare quello che è stato donato è un’apertura di fede alla vita. Le prove non mancano, ma voi avete ricevuto tanto e quindi siete forti dentro”. Se può avere un senso raccontare di questa bella pagina così piena di attenzione verso un maestro che ha lasciato un segno così incisivo nella vita dei suoi alunni da essere ricordato dopo più di sessant’anni, basta aver osservato il suo sguardo rivolto a loro, seduti a tavola al Vecchio Ottocento, mentre parlavano. In silenzio, ascoltava e li guardava con quell’affetto così partecipe che ha solo chi ha voluto e vuole bene. Quando era arrivato a Gavirate nel dopoguerra da Castelguelfo, in provincia di Bologna, ai suoi primi allievi, oggi settantatreenni, aveva proposto, con una metodologia molto avanzata per quei tempi, la lettura de “I ragazzi della via Paal”, poi alla classe del 1944 aveva ritirato i libri perché, come ricorda ancora oggi, “alla regola si arriva, non dalla regola si parte”. E questa sua esperienza l’aveva presentata nella tesi di laurea, entusiasta della nuova pedagogia, che portava nuovi indirizzi, dopo che l’autarchia culturale precedente aveva impedito le aperture.
Al termine della serata c’è stato il tocco finale, che si ripete da dieci anni, e che ogni anno è sempre più ricco e pregnante: la lettera consegnata ad ognuno dei 22 alunni. Studiata, meditata, da cui emerge la sua formazione classica e la sua profonda fede, filtrata attraverso uno studio profondo della Bibbia. Sono stille preziose da conservare gelosamente: “Avverto all’interno del mio animo, l’esigenza di rispondere a un imperativo categorico. Sono limitato e pur tuttavia devo dire: “io sono: esisto”. Sono piccolo, più piccolo di un granello di sabbia, sono trascurabile come una goccia nell’oceano sconfinato. Ma pur nella mia piccolezza, ho in me la capacità di percepire l’infinita grandezza della creazione. Sono limitato, ma mi differenzio dal nulla. Occupo il “mio” posto. Così è pure di ciascuno di voi. Non lasciamoci confondere mai in nessuna circostanza e in nessun momento. Con grandissimo affetto, vi auguro ogni bene”. Federica Lucchini