“Ma come si scrive Cocquio? Con la “c” o con la “q”?”. Rideva Fernanda Gattinoni, stilista di dive e regine, e il suo sguardo assumeva una tenerezza infinita, quando le rivolgevano questa domanda. Cocquio per lei, oltre essere il luogo natale, assumeva i connotati di un luogo mitico dove tornare ogni estate con il fedele Gaetano Banfi. Nel cimitero, oltre i genitori e il fratello Franco, riposa l’unico figlio Raniero, che lei ha raggiunto nel novembre di vent’anni fa, a 96 anni. Fu una crisi cardiaca a stroncarla improvvisamente. Il mondo della moda era in lutto. Il tributo d’onore si svolse con due modalità differenti: a Roma, la salma era stata esposta in Campidoglio, essendo lei cittadina onoraria della capitale. Poi le esequie solenni nella chiesa di Santa Maria del Popolo alla presenza di Franca Ciampi, moglie del Presidente della Repubblica, di Walter Veltroni, allora sindaco della città. Amy Stewart era giunta appositamente dagli Stati Uniti, per cantare senza accompagnamento uno spiritual che aveva fatto vivere un altissimo momento di commozione. A Cocquio nella “sua” chiesa della Purificazione di Maria Vergine, dove era stata battezzata, il 28 novembre 2002 la cerimonia fu di una semplicità francescana, intima, vissuta, familiare. C’era la sua gente. Tutto parlava di lei (a cominciare dalle note dell’organo che lei aveva contribuito a restaurare) con la gratitudine delle persone comuni, che l’avevano apprezzata lontano dalle luci della ribalta per la sua capacità di essere di conforto nel momento del bisogno, per la sua generosità. Un ricordo: era scesa dall’auto con un completo in pelle e con passo elegante, quel 30 settembre 2001, per dirigersi all’ingresso del mulino Salvini a Cocquio, dove l’allora sindaco, Claudio Molinari, le avrebbe conferito la cittadinanza onoraria. Era tanto felice, circondata dalle persone che lei amava non perché era la grande stilista, ma perché era la signora Fernanda, che aveva provato e provava un dolore senza fine per la morte del figlio. Il giovane, in una struggente poesia, dedicata a lei l’aveva definita “sorriso di suoni/ di passi veloci/ di tenerezza”. In lei coesistevano queste due realtà che sapeva armonizzare. Il sapere che, dietro a settant’anni di attività costellati da successi, di frequentazioni con case regnanti, con il mondo dello spettacolo e del cinema (suoi, ad esempio erano stati i costumi nel film “Guerra e pace” con Audrey Hepburn) c’era la realtà natale da cui attingeva quell’energia indispensabile per sostenere grandi responsabilità, aveva riempito d’orgoglio le persone presenti. Non dimenticò di ricordare Ingrid Bergman, “una vera signora”, come la definiva, la regina Elisabetta bambina con sua sorella Margaret, che sarebbe stata sua cliente, quando giungeva a Roma. La giovane stilista le aveva viste nel palazzo reale sottoporsi a esercizi in preparazione dei ricevimenti. Un episodio sintetizzò il suo modo di essere sé stessa: mancavano dieci minuti al matrimonio di Maria José con l’allora principe Umberto, quando lei, non convinta della perfezione delle maniche dell’abito della sposa, le strappò per sostituirle con guanti più confacenti. Si poteva permettere ciò una donna che crede nel suo lavoro al punto da dedicargli la vita.
Federica Lucchini
Fernanda Gattinoni nel 2001 riceve la cittadinanza onoraria dal comune di Cocquio Trevisago ; nel 2002 (quest’anno 15 anni) muore improvvisamente a Roma all’età di 93 anni per una crisi cardiaca.
Pubblichiamo il video realizzato, in occasione della cittadinanza onoraria, da Ulisse Sandrinelli e un ampio articolo di Federica Lucchini sulla grande stilista.
Fernanda Miracca Gattinoni di Federica Lucchini
Dalla Pagina Facebook dell’architetto Maria Grazia Luisetti di Caldana