Carissimi Amici e Concittadini voglio affidare a tutti Voi un ricordo personale di ZANCO che, questa sera,cercherò di commemorare nel corso del Consiglio Comunale. Leggevo alcuni giorni fa su un quotidiano una testimonianza d’affetto cristallina: “Nella vita – era scritto – sono poche le cose che contano, le persone che veramente lasciano un segno indelebile. Ma quando le incontri, queste persone seminano nell’anima un fiore che germoglia negli anni, che ama e fa amare la vita, un seme che non va nascosto, ma che va consegnato al vento perchè porti i petali lontano, perchè la testimonianza non vada persa” La vita di Marco Zaninelli è quel fiore germogliato, è quel seme che ieri pomeriggio, tornando a casa dopo i funerali, centinaia di persone hanno portato con sè, perchè la Sua testimonianza non vada persa. Abbiamo condiviso un intenso cammino con Marco. Ho personalmente condiviso un intenso cammino con Lui. I ricordi si rincorrono. I volti si sovrappongono. Una immagine desidero condividere con questo Consiglio Comunale : l’immagine di Marco, giovane e adulto, accanto a Don Tiziano Arioli, il parroco che lo ha educato negli anni della giovinezza e che, come lui , ha profondamente amatp la comunità di Gavirate. Due testimoni che il destino ha collocato all’inizio (1999) e all’epilogo (2014)del mio personale impegno amministrativo. Nessuna retorica nel commemorare Marco: Non ve ne è la necessità. E’ sufficiente ricordare. Ricordare il Suo impegno, la Sua dedizione generosa, il Suo coraggio nell’affrontare la malattia, nell’accettare il limite, sfidandolo senza arrendersi e senza ribellarsi. Disponibile, propositivo, positivo, appassionato. L’elenco degli aggettivi potrebbe non finire mai. Sì, un uomo appassionato. Fino ad arrabiarsi, talvolta,ma senza mai un risentimento. Un secondo dopo era come prima, anzi meglio. Insieme, lealmente, si era fatto un passo in avanti. Una carateristica vorrei sottolineare : la Sua capacità di anticipare i problemi, di cercare e proporre soluzioni, di farsi carico dei bisogni delle persone e della responsabilità di costruire il bene comune. Quanto grande è stato il Suo attacamento a questa nostra istituzione, bene lo descrive la Sua ultima presenza tra noi, non molti giorni fa. Con sensibilità e disponibilità non si è mai sottratto all’impegno. Assessore ai Servizi Sociali negli anni dell’Amministrazione guidata da Romano Oldrini, poi, successivamente, assessore ai Servizi Educativi e Scolastici ed infine Consigliere delegato alla Cultura. Il segno che ha lasciato, nella Sua feconda opera di Amministratore, resterà indelebile. Amava la scuola. Di più . è stato un educatore, un punto di riferimento per centinaia di giovani. Lo abbiamo ascoltato dalla voce di uno dei suoi allievi, che ieri erano qui a Gavirate per salutarlo. E lo abbiamo visto nella presenza dei Sindaci dei Comuni in cui ha insegnato. Rappresentanti di Comunità che hanno voluto essere presenti in forma ufficiale, con il Gonfalone, simbolo dell’unità civica. Diceva il Card. Dionigi Tettamanzi. “Abbiamo bisogno che nella nostra società e in noi prevalga l’uomo del cuore, l’uomo interiore, libero e capace di accoglienza, per superare la deriva dell’individualismo che purtroppo sempre più contraddistingue la moderna società e, in positivo, per adempiere nel segno di una responsabilità sacra i nostri obblighi sociali”. Marco era tutto questo. Marco è tutto questo. Nella Sua persona risplende la luce di tutti gli uomini e le donne buone che compiono opere di bene, che si rendono disponibili. Una luce donata a loro e da loro ridonata senza calcolo. Una luce che si offre al nostro sguardo nella concretexxa del nostro essere uomini. Una luce che brilla accanto a quella di altri grandi gaviratesi., che lo hanno preceduto e che, ci auguriamo, lo seguiranno. La sua lanterna, M;arco, l’ha alimentata e custodita nell’intimità della casa, con la moglie, le figlie, i genitori ed i fratelli, che oggi idealmente abbracciamo. Ma non l’ha tenuta per sè. L’ha portata in Municipiio, a scuola, in parrocchia, lungo le vie e nelle piazze dove lo abbiamo incontrato. E lo ha fatto con la naturalezza di chi si è sentito utile, non importante. Amava la vita, amava Gavirate, che voleva “abitabile ed accogliente” dove ciascuno potesse sentirsi a casa propria. Grazie Marco. Per la Tua testimonianza, per le Tue opere, per la persona che sei stato e che sei. RESTACI VICINO