E’ stata calzante, ieri nella chiesa parrocchiale di san Giovanni evangelista durante le esequie di Enrico Marchi, 92 anni, l’immagine che il parroco don Maurizio Cantù ha evocato per tratteggiare la figura di questo maestro, amato dai tanti allievi presenti durante la cerimonia. Per una maggiore completezza sarebbe stato opportuno ricordarlo anche come direttore didattico e presidente della biblioteca di Gavirate. Ma ieri è emerso a piene mani il suo ruolo di Insegnante con la maiuscola, di colui che ha lasciato ben definito un segno nella vita dei suoi ragazzi, di cui tanti oggi superano i settant’anni. Prendendo come motivo l’immagine evangelica di Giovanni che indica e svela agli altri apostoli la figura di Gesù, il sacerdote ha tracciato una similitudine con Marchi che ha guidato i suoi allievi, aprendo loro gli occhi, la mente e il cuore.
Stando davanti ha indicato il cammino, segnato, considerata la sua profonda fede, dall’incontro con il vero maestro, Gesù. “La tristezza che permea questo momento -ha spiegato- deve essere superata dalla gioia e dalla gratitudine di aver ricevuto una testimonianza vera di vita e di fede. Sono convinto che ci richiami a vivere la sua morte come una Pasqua”. Al termine della cerimonia un alunno, Massimo Meurat, con voce strozzata si è rivolto al suo maestro davanti alla bara ringraziandolo a nome di tutti per quello che ha continuato a fare durante la loro vita per indicare la buona via. E ha alluso in modo particolare a quelle lettere, che scriveva personalmente ad ognuno di loro, durante il ritrovo annuale consistente nella partecipazione ad una messa celebrata ad hoc, seguita da una cena in suo onore. Se può avere un senso raccontare di questa bella pagina, bastava osservare lo sguardo dell’anziano insegnante pieno di quell’affetto così partecipe che ha solo chi ha voluto e vuole bene. “Sono piccolo, più piccolo di un granello di sabbia -scriveva- Sono trascurabile come una goccia nell’oceano sconfinato. Ma pur nella mia piccolezza, ho in me la capacità di percepire l’infinita grandezza della creazione. Sono limitato, ma mi differenzio dal nulla. Occupo il “mio” posto. Così è pure di ciascuno di voi. Non lasciamoci confondere mai in nessuna circostanza e in nessun momento. Con grandissimo affetto, vi auguro ogni bene”.
Federica Lucchini