EDUCAZIONE? C’E’ QUALCOSA CHE SI STA MUOVENDO, QUALCOSA CHE CI RICHIAMA CON FORZA A REGOLE CHE HANNO FATTO LA STORIA DELL’ESSERE UMANO
Felice Magnani
C’è qualcosa di nuovo che agita l’aspirazione educante di scuola e famiglia, qualcosa che impone riflessioni profonde, capacità di ascolto, coraggio e forza d’animo, qualcosa che abbiamo già conosciuto ma che abbiamo spesso dimenticato per strada, convinti di poter alleggerire la nostra visione del mondo, soprattutto di quello che risulta spesso invisibile, perché giace silente nel cuore e nell’anima delle persone, pronto a risvegliarsi ogniqualvolta l’uomo e la donna si ricordano che non basta vivere e consumare, ma che diventa indispensabile entrare ogni volta dentro quel meraviglioso mondo delle emozioni, dove la maturità umana esprime le sue forme e i suoi caratteri, dimostrando ogni volta che i tesori vanno cercati e riscoperti, ritagliando spaccati di mondo reale che fanno pensare e riflettere, indicando nuove vie da percorrere per evitare di rimanere prigionieri di una realtà privata spesso della sua dose di verità e di autorevolezza. Per troppo tempo l’essere umano si è posto in una condizione di superiorità morale, privandosi della possibilità di ragionare a fondo sulle cose di questo mondo, negandosi l’occasione di poter fare un profondo esame di coscienza sulle cose fatte e su quelle da fare, pensando forse che bastasse adottare una buona dose di buonismo per mettere a posto tutto, per mettere soprattutto in pace la propria coscienza. Ma si sa che il buonismo non basta e che in molti casi è il primo passo verso una perdita di libertà, di maturità e di consenso, perché tutti o quasi sanno o dovrebbero sapere che le regole e il loro rispetto hanno un prezzo che bisogna pagare, per consegnare autorità e qualità a una esistenza che si vuole qualificare, che vuole dimostrare quanto sia bello e importante creare equilibrio e armonia. Scuola e famiglia un binomio vincente di una società alla ricerca di se stessa, della propria identità, della voglia di saper armonizzare spinte e orientamenti, due pilastri assolutamente indispensabili per dare tono e immagine a una società che tende a diventare sempre più avanzata nella visione del mondo. Oggi l’educazione è stata rimessa al centro. Governo, ministri, educatori, insegnanti, pedagogisti, neuropsichiatri, giornalisti si sono improvvisamente accorti che bisogna tornare a toccare la spalla a un uomo e a una donna che spesso intraprendono strade graffianti e tortuose spazzando via in molti casi quel passato che resta pur sempre solido punto d’incontro per tutti coloro ai quali stanno a cuore i segreti di una vita che sappia essere sempre viva e propositiva, senza scadere come spesso succede nello stordimento mentale, quello che anestetizza i valori, anche quelli che rappresentano il fulcro di una società che vuole cambiare in meglio senza perdere per strada i propri valori e la propria identità e che si vuole promuovere ascoltando e riflettendo, adottando la capacità di riflettere come momento topico di risveglio naturale. Scuola e famiglia si avviano velocemente verso un nuovo anno di lavoro, di analisi e di confronto, lo fanno con la certezza che il passato non sia un bene superato, ma con l’accortezza che ci siano valori che sono e permangono insostituibili, valori che vanno ampliati e consolidati, spiegati e insegnati con tanto amore e con la fierezza di chi abbandona per un attimo l’idea dominante per adottare quella collaborativa, che lascia sempre al prossimo la possibilità di pensare, di studiare, di osservare e di capire senza la pretesa di imporre o comandare, bensì con quella autorevole mentalità socratica che ha aperto i cuori e le menti di una accogliente filosofia mediterranea. L’educazione torna a essere il piatto forte di una convivenza che si dichiara civile, capace quindi di stabilizzare in senso positivo i rapporti tra gli esseri umani, riaprendo le porte di un’empatia che sappia spianare la via a rapporti interpersonali sempre più umani e convincenti, capaci di compattare le forze migliori, quelle che sapientemente assemblate possono restituire all’umanità quel desiderio di autorevolezza che l’ha sempre contraddistinta. L’educazione ci richiama ancora al buon senso, alla fermezza, alla capacità di saper essere esempi credibili, capaci di fornire reali esempi di positiva esistenza. Il mondo della cultura e quello della politica si sono resi conto che senza un’educazione ferma e credibile la società umana non va da nessuna parte, resta ancorata a punti di vista personali che scadono spesso in reiterate forme di individualismo e di relativismo che non lasciano nulla di veramente autorevole alle nuove generazioni.