Abbasso il cappello, in segno di rispetto: è venuto a mancare Aldo Piccolini, 94 anni, storico gestore del cinema Garden che dal 1961 al 2008 ha diffuso con passione, competenza e lungimiranza la cultura cinematografica. Per coloro che in lui hanno trovato un ottimo interlocutore e nella sua sala hanno trovato una modalità intelligente per arricchirsi e anche per coloro che semplicemente hanno potuto apprezzare la sua signorilità il trovarsi in chiesa parrocchiale di san Giovanni sabato 20 maggio alle ore 10,30 per la celebrazione del rito funebre, preceduto alle ore 10 dal rosario, è un modo di dire grazie. E’ significativa l’immagine citata a suo ricordo dal regista Giacomo Campiotti cha ha sempre trovato in Piccolini grande accoglienza anche quando dovette effettuare le proiezioni di controllo prima del montaggio dei suoi due film “Corsa di primavera” e “Come due coccodrilli”: “Lassù nella saletta di proiezione, sembrava il capitano di una nave!”. Già, in quel luogo magico “dove prendeva le pizze delle pellicole come se fosse un tesoro da maneggiare con cura, ricordando la figura di Alfredo, l’operatore cinematografico di “Nuovo cinema Paradiso”, sottolinea il figlio Mauro. Novarese, aveva cominciato come proiezionista di cabina cinematografica 18 anni nel dopolavoro della Siai Marchetti di Sesto Calende, poi l’avventura al cinema “Impero” di Gavirate, che dal 1973 prese la denominazione attuale. Per dare l’idea di quanto credesse nella funzione del cinema, il suo locale fu il primo negli anni Settanta in tutta la provincia di Varese ad organizzare una rassegna di cineforum intitolata “Immaginando il cinema”, grazie alla sua presenza, al comune di Gavirate, e firmato Arcicinema, poi confluito in Filmstudio90. Serate dove la Cultura era scritta con la maiuscola, dove si discuteva. Ricorda Giulio Rossini film come “Mahabharata”, tratto dall’omonimo poema indiano (300 persone quella sera) e “Il decalogo” di Kieslawski. Lui accompagnava gli spettatori all’uscita con la consapevolezza di chi, attraverso una sua passione, sapeva dare tanto alla comunità. “Noi, come associazione “L’Immaginario”, che abbiamo raccolto il testimone al Garden -spiega Vittorio Mastrorilli- gli siamo grati: tutto quello che facciamo è frutto della sua passione”.
Federica Lucchini