E’ morto alle ore 13 del giorno di Pasqua, don Giovanni Armando Ferrè, 90 anni, cappellano della Rsa Menotti Bassani. Verrà sepolto nella cappella dei sacerdoti, a Besozzo, dove era stato prevosto dal 1988 e decano dal 1989 fino al 2005. Quando sarà possibile celebrare nella chiesa di sant’Alessandro e Tiburzio una messa esequiale, senza fiori né discorsi per sua espressa volontà, verrà letto il suo testamento spirituale. “Così avrò ancora modo di parlare alla mia gente”, aveva detto all’attuale decano, don Carlo Manfredi. Alla notizia della sua scomparsa, si è manifestato un dolore corale: ognuno ha ricordi significativi di lui, tanto ha, con la sua discrezione, saputo essere partecipe alle vicende dei parrocchiani. “E’ stato pastore fino alla fine non risparmiandosi mai -spiega il sacerdote- Le sue ultime uscite pubbliche sono avvenute durante la messa del 23 febbraio nella cappella della struttura e la riunione di decanato a Caravate a cui partecipano tutti i sacerdoti e in cui lui non mancava mai di ascoltare tutti e di fare una sintesi molto ascoltata: era un punto di riferimento per noi con la sua esperienza, la sua saggezza e la sua pacatezza. Stesso atteggiamento che assumeva all’interno della casa di riposo: anche fra gli operatori il suo prezioso equilibrio contribuiva a dirimere i problemi. E’ una grande perdita”. Don Carlo, come don Giuseppe Andreoli, attuale parroco della comunità pastorale di san Nicone di Besozzo-Brebbia, mettono in evidenza un aspetto che dà la dimensione della sua cura umana e pastorale: ogni giorno dalle ore 18 alle 19,30 il suo tempo era dedicato alla visita ai malati terminali dell’hospice, all’interno della Fondazione. Fino quando le forze gliel’hanno consentito con il suo bastoncino, dopo aver bussato con discrezione, entrava nelle camere dei degenti e portava sempre una parola di conforto e per chi lo desiderava i sacramenti. La sua è stata una donazione totale, senza dimenticare negli anni addietro la vita parrocchiale a Laveno come celebrante e come confessore. Gioia grande per lui è stata la visita pastorale l’anno scorso dell’arcivescovo Mario Delpini e il fatto che abbia potuto condividere un periodo all’interno della stessa struttura con don Santino Laudi, sacerdote amico. Grande camminatore, vicino al Cai di Besozzo e ai gruppi alpini, aveva scalato il Cervino ed aveva avuto il privilegio di conoscere il beato Carlo Gnocchi.
Federica Lucchini
Messa celebrata da Don Giovanni in memoria dei soci CAI “andati avanti.”