Ci sono momenti in cui credere sembra la cosa più semplice del mondo, bastano a volte un cielo stellato, una notte di luna, un’alba radiosa, il sorriso di una persona che ti vuole bene, una situazione difficile che si risolve dopo aver pregato con intensità, il catechismo di un sacerdote, di una madre e quello di un padre, la fiera compostezza di una famiglia. Ci sono tanti modi per credere, tanti percorsi diversi da fare e poi c’è anche quello che non ti aspetteresti mai, l’imprevisto che ti fa pensare e riflettere, che ti fa capire che forse c’è qualcosa in più, qualcosa di cui non riesci a scoprire bene l’origine, qualcosa che ti scuote e che ti pone in un confronto dialettico con te stesso e con il mondo che ti ruota attorno. Ci sono percorsi razionali, esperienziali, altri collegati alla sensibilità individuale, alla natura di un carattere, a una vocazione, a qualcosa che ti porti dentro da sempre e che fatichi a localizzare e a determinare. Avere fede può essere la cosa più bella e normale di questo mondo, ma può anche richiedere studio, applicazione, lettura, dialogo, conversazione. Non sempre la luce appare in tutta la sua forza attrattiva, subito, a volte ha bisogno di tempo, deve fare il suo corso, deve definirsi e coordinarsi, deve trovare il giusto equilibrio e posizionarsi a metà strada tra la via materiale e quella spirituale.
La storia della fede è fatta di uomini e donne che la incontrano e la accolgono, che la trasformano in un vero e proprio cammino di speranza. Non è sempre tenera e neppure malleabile, ha i suoi principi e i suoi valori, a volte s’ impone, altre volte dispone, in molti casi riabilita, rinfranca, rimette in moto, apre la porta a nuove esperienze, dove la voce non è più solo quella di una ragione fredda e distaccata, bensì quella di uno spirito che si protende ad amplificare al massimo la sfera interiore, quella che mette a nudo l’anima, lasciandole in dote l’opportunità di far apprezzare l’altra parte del mondo, quella che si tinge di magia e di segretezza profonda. Avere fede aiuta, aiuta a capire meglio il mondo in cui viviamo, a rivestirlo di energia nuova, di nuove prospettive, dove il diritto e il dovere non sono più soltanto indicatori costituzionali, ma simboli riconosciuti di un’armonia interiore che determina e definisce, abilitando la vita a delinearsi in tutta la sua avvolgente amabilità. La puoi costruire o può arrivare all’improvviso, senza neppure bussare alla porta, può sorprenderti o farti sobbalzare, può arrivare dopo un lungo cammino, dipende dalla fiducia che mettiamo nel volerla veramente, dai significati veri e profondi che le vogliano dare, dipende da come ci pieghiamo per accogliere, da quello che ci aspettiamo, dalla maturità con cui sappiamo valutarla, servirla, amarla, rispettarla. Per conquistare e difendere la fede gli antichi cristiani subivano il martirio, entravano nell’arena e affrontavano tigri e leoni, difendevano i loro usi e costumi, il loro Dio e il loro Vangelo, mettendo in primo piano il servizio, la lealtà, la certezza che l’Amore avrebbe prevalso. La fede è un dono che anima e rianima. Può lasciarsi spiegare o arrivare all’improvviso come un temporale d’estate e la sua presenza è confortevole, fa ritrovare la speranza e la pace, soprattutto quando il mondo naviga in acque tempestose.