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Due giovani suonatori di cornamusa varesini – Suonano entrambi la musette

 26 Novembre 2018 |  Pippo | |

“La difficoltà sta nel prendere confidenza con la sacca!”. E’ un percorso affascinante ascoltare l’esperienza di due giovani suonatori di cornamusa varesini: Giacomo Tavani, 22 anni di Sant’Ambrogio, Chiara Castiglioni, 23 anni di Porto Ceresio. Ci immettono in un mondo per noi il più delle volte sinonimo di Natale sebbene loro tengano a specificare che il repertorio della cornamusa è ben più ampio. Sono intanto richiesti in eventi culturali, anche in piazze, perché la loro musica porta un richiamo nel periodo natalizio. La scelta di questo strumento, dovuta per entrambi all’attrazione verso la musica di Hevia, il musicista e suonatore di cornamusa asturiana (Giacomo lo ricorda durante l’esibizione ai Giardini Estensi nel 2010), li ha condotti in tempi diversi ad avere come loro insegnante Antonio Serafini. Suonano entrambi la musette, cornamusa d’origine del centro della Francia (Giacomo anche la “gaita” asturiana), in quanto, specifica Chiara, offre la possibilità di musicalità diverse. Ciò che dà un significato forte alla loro esperienza è il contatto del braccio con questa sacca, vissuta come un loro prolungamento. “Noi sentiamo quando ha bisogno dell’aria”, spiega mentre tocca con delicatezza quella pelle di mucca. “La pressione deve essere costante per far agire ogni componente dello strumento. Bisogna soffiare e quando si smette è necessaria una leggera pressione del gomito”, aggiunge Giacomo. Il loro fiato, attraverso l’insufflatore, dà anima allo strumento, che grazie alla presenza del “chanter”, produttore di note, e dei due bordoni in legno di pero, o bosso o ebano, generatori del sottofondo, conduce all’apprezzamento di quei brani che evocano la magia dell’infanzia, nonostante, tornano a sottolineare, sia nato come strumento di umili origini ma svariate cornamuse sono state usate anche nelle corti. “I bambini ci guardano sempre con occhi sorpresi, ma anche i più grandi non scherzano. A volte sembrano più stupiti dei figli -spiega Chiara- mentre suoniamo i pezzi a memoria”. Il repertorio di questi giorni comprende le musiche della tradizione, senza dimenticare pezzi appositi come “Son qui sotto ai tuoi balconi” o “Farandole”, una danza popolare francese tipica della Provenza. Giacomo si dedica con grande passione alla storia dello strumento. Grazie alla conoscenza con Valter Biella, costruttore, suonatore, ricercatore, ha potuto visionare la tesi di laurea di un ragazzo varesino sulla presenza iconografica della cornamusa nella nostra terra. Presenza che non è passata inosservata: lo testimoniano i dipinti e le sculture, come il suonatore nella terza cappella del Sacro Monte, quella dedicata alla Natività, un arazzo di Villa Cagnola, un affresco al santuario di Saronno, per citare alcuni esempi. “Tramite questo documento -specifica- ho scoperto un piccolo patrimonio varesino dal quale sto costruendo un progetto di sensibilizzazione e riscoperta della cornamusa nel nostro territorio”. L’esibizione di Chiara e Giacomo, quindi, ci permette di conoscere uno strumento coinvolgente. “Per questo invitiamo in particolare i ragazzi a suonarlo. Non rimarranno delusi”, terminano. Per info [email protected] cell. 3205548783.
Federica Lucchini

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