Sarebbe forse il caso di potenziare la cultura e l’attività sportiva in generale?
Spesso ci si chiede coma mai si dia così poca importanza all’educazione fisica nelle scuole e all’attività sportiva in genere. Ci sono tante società sportive e tanti giovani che praticano sport, ma non esiste un’adeguata cultura dello sport. Ci sono giovani che sprecano le proprie energie, che diventano vecchi prima del tempo, assuefatti alle comodità di una società che in molti casi distrugge le energie invece di aiutare a coltivarle e a promuoverle. Spesso trascorrono le loro giornate senza far funzionare quel meraviglioso patrimonio di energie fisiche e mentali che portano dentro. I giovani sentono naturalmente la necessità di dare il via libera alla loro straripante energia, cercano i modi e forse anche i metodi per dimostrare che la loro età sia la parte più bella della vita, ma incontrano muri, indifferenza, non riescono a indirizzare quel mondo interiore che vuole uscire allo scoperto, ma che in molti casi non sa come fare, perché non trova sulla sua strada qualcuno che lo possa indirizzare. L’attività fisica è una straordinaria valvola di scarico, aiuta infatti a ricomporre, a rigenerare, a rimettere in piedi un equilibrio, a dare voce a quella infinita gamma di domande che i giovani portano dentro. Va precisato che una buona attività fisica deve avere un’ altrettanto buona preparazione culturale che apra lo sguardo sulla persona, sulle sue vocazioni, sulla sua complessità, sulla sua voglia di essere in sintonia con la realtà che le ruota attorno. La scuola può dare un senso compiuto alla voglia di movimento che alberga nell’essere umano. L’educazione fisica ha uno straordinario riverbero educativo sul benessere individuale e collettivo, è rigenerante, ma come ogni attività ha bisogno di educatori che la sappiano far amare, che la sappiano proporre e promuovere. Per troppi anni si è adottata una visione unilaterale del concetto di cultura, si è fatto credere che la formazione fosse quella che incarnava i valori della civiltà mediterranea, con solide basi letterarie e matematiche, dimenticando spesso quella disponibilità fisica alla conoscenza del mondo che s’incarna con l’educazione fisica, con la sua capacità di aiutare l’individuo a trovare un buon equilibrio fisico e mentale. Lo sport, per sua natura, è educazione, disciplina, coraggio, competizione, gioia di vivere, fraternità, autostima, salute, è un modo straordinario di rapportarsi alla vita. Amplifica la volontà, fa sentire più forti e quindi anche più coraggiosi nell’affrontare le difficoltà che s’incontrano nella vita di tutti i giorni. La buona politica dovrebbe guidare i nostri ragazzi ad assumere stili di vita adeguati. L’Italia possiede uno straordinario patrimonio educativo, composto da atleti che hanno reso grande il nostro paese e che, nella maggior parte dei casi, invecchiano dimenticati ed emarginati, mentre potrebbero essere i pilastri di una svolta educativa. Abbiamo tesori che non utilizziamo. La cultura diventa fondamentale quando sa raccogliere attorno a sé tutte le forze e le energie educative presenti sul territorio, quando sa indirizzare in modo mirato e adeguato, quando coglie la volontà di benessere delle persone, quando si attiva per inventare, costruire, promuovere, proporre, quando non resta invischiata in varie forme di egoismo.
L’attività fisica può dunque contribuire in modo determinante alla formazione del carattere, perché?
Per molto tempo il corpo ha avuto un ruolo nettamente inferiore rispetto alla mente. Nel 600 Cartesio formulava la tesi: res cogitans – res extensa, poneva le basi di una realtà distinta. Questa filosofia ha influenzato il pensiero successivo, creando una separazione in termini di ruolo tra attività pensante e attività corporea. L’attività fisica educa a stabilire un equilibrio, a una distribuzione equilibrata dell’energia, crea le basi per una più attenta e compiuta attenzione alla vita individuale e a quella di gruppo. Con lo sport si passa da una visone individuale a una più collettiva e viceversa e la squadra diventa il sistema in cui si definiscono e si armonizzano i ruoli, le competenze, le finalità, le abilità individuali. Insegna a distribuire in modo organizzato le risorse, rafforza il sistema della collaborazione, della solidarietà, della comunicazione e della condivisione. Educa a rispettare se stessi e il prossimo. Rafforza l’autostima, genera sicurezza, coraggio, permette a chi lo pratica di conoscere e gestire le proprie risorse e i propri talenti, fa sentire capaci di affrontare con determinazione la realtà e le difficoltà, con uno spirito più pronto. Chi pratica sport sa affrontare le sconfitte e sa gioire delle vittorie. Vincere e perdere sono costanti che s’incontrano nel cammino esistenziale. Se si è preparati si saprà valutare in modo razionale e adeguato gli effetti, gestendo adeguatamente le emozioni. Molti uomini e donne cadono e non si rialzano perché non sanno come affrontare le sconfitte della vita. Di fronte a una malattia, a una morte improvvisa, a un fallimento, spesso ne rimangono sopraffatti, non sanno come reagire. Lo sport insegna che la sconfitta può essere l’inizio di una vittoria
In che misura un’educazione più attenta può avere una ricaduta positiva sulla formazione del carattere e sulla salute del corpo?
Educare significa far uscire allo scoperto le potenzialità di ciascuno, aiutare la persona a conoscersi meglio, a trovare dentro e fuori di sé tutto ciò che è necessario per migliorare la qualità della vita. Certo bisogna tornare a pensare, a riflettere, a studiare, ad assumere atteggiamenti di disponibilità nei confronti del mondo, senza chiudersi, ma aprendosi in modo positivamente critico nei confronti del nuovo che avanza. L’educazione non è repressiva, ma stimolativa, fa scoprire sempre qualcosa di più della nostra identità, del nostro modo di essere e ci dà i consigli giusti per affrontare la vita che ci viene incontro tutte la mattine. Le attività educative che possono migliorare la condizione umana sono tantissime e tra queste ci sono sicuramente lo sport in generale, l’attività fisica, l’educazione fisica. Il corpo vuole la sua parte per essere struttura portante di una mente aperta e pronta, capace di trovare i giusti equilibri. Molti dei problemi che assillano la natura umana risiedono nella inattività, nella sedentarietà, nella cattiva alimentazione, nella mancanza di una cultura di vita che stimoli la cura della persona. Spesso l’educazione non tiene conto della complessità della natura umana, non si preoccupa abbastanza di fornire agli esseri umani le chiavi per aprire le porte del senso di responsabilità individuale e collettivo. Ci sono ambiti in cui una sana attività combatte le frustrazioni della vita. L’educazione allo sport genera convinzione, consapevolezza, autorevolezza, elementi che sviluppano reazioni positive contro ogni forma di passività o sudditanza. Le endorfine del cervello sono antidepressivi naturali, sviluppano un livello umorale positivo e orientano verso la bellezza e la positività della vita. Lo sport è un sano antidoto al superamento di muri o di barriere sociali, favorisce l’integrazione, genera comprensione e favorisce il dialogo culturale tra i popoli. Nella società globale assume un ruolo ancora più rilevante, soprattutto per le nuove generazioni, alle quali è affidato l’arduo compito di riconoscersi nei nuovi valori.