Sono stati scoperti durante il riordino dell’archivio dello scultore Vittorio Tavernari: erano contenuti in una cartelletta dove l’artista aveva raccolto i ritratti dipinti durante la sua vita. Così i figli, Carla e Giovanni, hanno pensato che il luogo più adatto dove potessero acquisire il significato, che voleva assegnar loro il padre, era costituito dalla galleria del municipio in cui trovano spazio diversi prodotti della Ignis e in particolare il gesso raffigurante Giovanni Borghi, opera del padre. I due volti, venuti alla luce in mezzo alle carte, rappresentano il fondatore della ditta, uno a matita, l’altro a tempera. “Così in questi giorni ci è sembrato interessante completare la donazione al comune già iniziata con il busto -spiega Carla- Tutte le tre opere sono coeve: risalgono al 1968, realizzate in occasione del 25° della fondazione della ditta. In quello stesso anno nostro padre, su stimolo di Borghi, creò “La composizione ritmica”, una scultura formata da componenti di apparecchi domestici, che ancora oggi occupa una intera parete dell’ingresso dell’ex Whirlpool (9 metri di larghezza e 4,7 di altezza). “Siamo grati ai fratelli Tavernari -interviene il sindaco Silvio Aimetti- per il loro gesto che va ad arricchire la collezione e che sottolinea ulteriormente il legame instaurato tra l’artista e l’industriale. “La composizione ritmica” rimarrà parte integrante della struttura ex Whirlpool. Dietro mio desiderio, i dirigenti hanno accolto la richiesta: rappresenta, infatti, il significato del lavoro, calato perfettamente nel progetto di rigenerazione del sito, a completare la memoria di un grande uomo e come auspicio nella nostra capacità di rinnovarci”. A sottolineare il rapporto stretto tra Tavernari e Borghi c’è un’altra opera i cui bozzetti sono stati esposti nel dicembre 2019, in occasione dell’inaugurazione della scultura in gesso. “Colonna senza fine” è il titolo del totem che i dipendenti donarono a Borghi. Si tratta di cinque parallelepipedi, ognuno dei quali al loro interno riproduce prodotti della Ignis. “Richiama la lettera dell’alfabeto “I” come l’iniziale della fabbrica -aveva spiegato lo scultore in una intervista a “Ignis Press”, la rivista interna alla realtà industriale- Richiama i suoi cinque lustri di vita, la quantità di lettere che compongono il nome”. Alla sommità, una creazione ricorda la fiamma, il cui nome latino è quello della ditta.
Federica Lucchini
Vittorio Tavernari nacque a Milano nel 1919. Le donazioni di alcune sue opere da parte dei figli Carla e Giovanni sia al municipio di Comerio che di Barasso sono state effettuate nel centenario della sua nascita. Dopo aver studiato alla scuola del marmo di Milano, avendo come insegnante Francesco Wildt, figlio di Adolfo, l’artista era giunto a Varese, a seguito del matrimonio con la moglie Piera Regazzoni. Nei primi anni Settanta aveva trasferito il suo studio a Barasso e a questo paese a cui fu legato da affetto, in particolare con il critico Luigi Piatti, donò un grande crocifisso ligneo che è possibile ammirare nella navata destra della chiesa parrocchiale di san Martino, e altre opere, all’interno del municipio, donate dai figli dapprima in comodato d’uso, poi definitivamente nell’anniversario della nascita. Nel giardino antistante è possibile ammirare la scultura “Cantico dei Cantici”. L’artista è morto nel 1987.
Federica Lucchini