“Ora chiederò che siate voi a benedirmi, augurandomi che la vita di Dio scorra in me”. Nei giorni precedenti il saluto collettivo di tutta la comunità pastorale di sant’Eusebio al parroco don Norberto Brigatti, la parola “sorpresa” circolava tra i fedeli. E ieri nella chiesa gremita di sant’Agostino e santa Monica la sorpresa si è svelata: quello del sacerdote è stato un saluto benedicente. Ha voluto poi essere lui a benedire ad uno ad uno i molti fedeli. L’atmosfera era pregna di commozione: partendo soprattutto da lui che ha cercato in ogni modo di contenere un’emozione straripante. Nei lunghi silenzi, nei gesti misurati. Breve l’omelia, ma intensa, sintetizzata in due immagini: quella della cesta che conteneva gli avanzi dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani. “Avanzi giusti, che sono di Dio. Ora io sono stato onorato di aver tenuto il cesto in questa comunità, perché chi passa cerca questi avanzi, che sono l’eucarestia, l’amore di Dio che è arrivato nelle nostre case”. Poi quella del cartone: “Se parlerete male di me, io non ci sono. Sono come un cartone. Ma se pregherete Dio che io sia perdonato, allora lì ci sarò e vi ringrazierò. Se parlerete bene di me, ma nel Signore “azzola!” -si può dire questo in chiesa!- io ci sarò di corsa!”. C’è poi stato un dono particolare: nella cappella a lato della chiesa sono stati messi in mostra i libri della sua biblioteca, a disposizione di chi voglia entrarne in possesso. “Molti libri, in questi anni, mi hanno accompagnato -ha scritto all’interno di ognuno- Tutti sono stati nella libreria e, in un certo senso, mi hanno visto. Ora affido alle tue mani questo libro: conservalo, così ogni tanto potrà partire un ricordo e magari una preghiera”. Molto significativi i doni della comunità, durante questa cerimonia che ha visto la presenza della corale diretta dal maestro Carlo Tettamanti (all’organo Daniele Pravettoni): dapprima un calice con inciso la raffigurazione del mosaico nel battistero della chiesa, da lui fortemente voluto, un viaggio in Giordania, da lui intensamente desiderato. Poi quel prezioso libro, intitolato “Grazie, don Norberto”, contenente la testimonianza di affetto e gratitudine delle parrocchie di Casciago, Barasso, Luvinate, Morosolo nei confronti di Norberto “uomo di semplicità, trasparenza, ascolto -come hanno detto dal pulpito alcuni giovani- Quell’ascolto calibrato e concreto che si abbassa sulla panca di chi parla e vive delle parole che usa, sempre con l’occhio azzurro vivo, aperto e attento alla luce dell’esperienza della Fede”.
Federica Lucchini