Invio a te questo piccolo pensiero di venerdi 23 marzo. Qui internet fa un po’ le bizze.Se lo ricevi pensa tu ad inviarlo a tutti gli altri, con affetto don hervé.
Grazie per la notte di preghiera che ho potuto fare sulla collina vicino alla missione dove c’è una grande croce bianca. Da tempo desideravo questa veglia di preghiera, nel più grande silenzio delle notti nella savana. Ho fatto il piccolo bagaglio necessario: la stuoia, una coperta, una bottiglia d’acqua, un piccolo cuscino di gomma piuma per le mie reni non tanto abituate al terreno roccioso della collina, un bastone il tutto legato alla bicicletta … e via. Alle 18 quando qui il sole è quasi tramontato si pedala volentieri. In questo periodo c’è un leggero venticello che al calar del sole diventa quasi piacevole pur nel caldo che m’inzuppa di sudore. Qualche rara persona ancora per strada perché ormai è il tempo del “rientro”. Anch’io oggi voglio, desidero “rientrare” nel silenzio di queste notti della savana dove solo le stelle infinite parlano. Con facilità arrivo in cima alla piccola collina. Gli ultimi metri devo farli a piedi, c’è troppa ghiaia e non ho proprio voglia di cadere. Appoggio la bicicletta stendo la stuoia un po’ lontano dalla croce per poterla abbracciare completamente con lo sguardo e nello stesso tempo spaziare con lo sguardo dalla collina. Sento le voci di qualche fratello che sta percorrendo, per la “sua strada”, la piccola pista che costeggia la collina. E’ come un tuffo nella preghiera, immediato e profondo. Ringrazio Dio per loro che non conosco, ma che stanno vivendo la loro storia con i loro progetti e mi rendo subito conto di quanto sono “piccolo”. Quante realtà, quante persone non conosco o non so ancora amare nel Signore e il Signore mi concede la grazia di offrire anche per loro questa mia notte di preghiera. Ormai è buio, tutto è sparito. Intravvedo solo la grande croce bianca immersa nell’oceano di stelle. Mi dico che sono un po’ matto a stare lì senza fare niente. A casa avrei potuto fare altro di utile. Qui invece ho tra le mani il vangelo di Giovanni in fufuldé che la piccola torcia a batteria solare mi permette di proclamare. Lo leggo con avidità quasi cantandolo silenziosamente, non tutte le parole le capisco, ma molte sono chiare e m’immergono nella fede del capitolo decimo: il buon pastore. La commozione è tanta e mi si affacciano alla mente tanti volti amati e tanti volti conosciuti per i quali il Signore è o è stato il buon Pastore. L’intimità di questa notte è immensa, mi abbraccia da ogni parte su questa collina spoglia. La mia vita mi scorre d’innanzi e ne resto ammirato e saziato. Non c’è bisogno sempre di cenare, sento che questo digiuno è più nutriente di tanti cibi. E prego, mi addormento e ritorno a pregare nel silenzio ricco di “presenza” che nella mia piccola fede ascolto e lascio lavorare in me. Comincia a far giorno. In fretta riparto e vado direttamente nella nostra Chiesa a Makalondi e qui con altri fratelli e sorelle celebro la santa messa e mi “nutro” di Lui in una gioia profonda. Ciao vostro don Hervé