Carissimi,
agli inizi del Cristianesimo, quando un battezzato si metteva in viaggio, riceveva dal proprio Vescovo una lettera di raccomandazione, una specie di “passaporto”, grazie al quale, presso qualsiasi comunità cristiana arrivasse, egli veniva accolto amichevolmente e ospitato. Queste lettere si chiamavano “Litterae Communionis” (Lettere di Comunione). Esse attestavano che il viaggiatore apparteneva alla comunione cattolica della Chiesa e poteva quindi partecipare all’Eucaristia.
Prendendo spunto da questa bellissima consuetudine, dopo avervi scritto un po’ di lettere durante il periodo della “quarantena”, ogni tanto vi scriverò delle “Litterae Communionis” per manifestare il legame che ci unisce in forza della comune fede in Gesù, e – di conseguenza – il desiderio di rendere visibile questa comune appartenenza edificando insieme la dimora di Dio nel territorio dove abitiamo, secondo quanto S. Paolo scrive nella lettera agli Efesini: «In Cristo anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito» (Ef 2,22). Queste missive avranno lo scopo di proporre alcune riflessioni e di affrontare alcuni problemi urgenti.
Anzitutto vi allego anticipatamente il testo della “Proposta Pastorale per l’anno 2020-2021” del nostro Arcivescovo: “Infonda Dio sapienza nel cuore”. Ve ne propongo la lettura in questo periodo di riposo e di assenza di attività perché da qui partiremo, riprendendo il nostro cammino, a settembre.
Il nostro Arcivescovo ci invita, dopo l’esperienza eccezionale e imprevista del “lockdown” (che brutto usare sempre parole prese da una lingua primordiale come l’inglese, noi che possediamo la lingua più bella del mondo, una lingua che tutti ci invidiano, scaturita dalle grandiose lingue classiche, la lingua di Dante, Manzoni, Leopardi, Pascoli… Non svendiamo la nostra lingua!) a vivere “prima che un tempo di programmazione, un esercizio di interpretazione e di discernimento”, un tempo di riflessione su quanto abbiamo vissuto “perché nulla veda perduto di quanto abbiamo visto e imparato” in questo tempo particolare.
Scrive l’Arcivescovo: “Ritengo che sia saggio e necessario che i Consigli delle Comunità Pastorali siano convocati anzitutto per ascoltarsi e avviare una lettura della situazione del territorio e cercare di delineare attenzioni e proposte per l’anno pastorale che comincia, con l’attenzione a recepire la proposta pastorale contenuta in questa mia lettera… L’esercizio di interpretazione e discernimento al quale accennavo è anzitutto la ricerca di una lettura delle vicende e della situazione che sia cristiana, cioè ispirata dallo Spirito di Dio… Non è più tempo, infatti, di banalità e di luoghi comuni, non possiamo accontentarci di citazioni e di prescrizioni. È giunto il momento per un ritorno all’essenziale, per riconoscere nella complessità della situazione la via per rinnovare la nostra relazione con il Padre del Signore nostro Gesù Cristo, unico Salvatore nostro e di tutti i fratelli e le sorelle che abitano questo mondo”.
Ci terrei molto ad incontrare “in presenza” prima della fine di luglio:
1. il Consiglio Pastorale,
2. il Consiglio per gli affari economici,
3. il gruppo delle Catechiste.
A voi affido l’organizzazione di questi tre momenti. Fatemi sapere!
A presto! Con affetto!
Don Fabio