“Ecco a voi, il vostro parroco!”. Con queste parole, applaudite a piene mani, ieri nella chiesa di sant’Agostino e santa Monica, il vicario episcopale, monsignor Giuseppe Vegezzi, ha presentato don Emilio Rimoldi, nuova giuda spirituale della Comunità Pastorale di sant’Eusebio, comprendente la parrocchia di Casciago, Barasso, Luvinate e Morosolo. E’ stato un ingresso gioioso, iniziato nella chiesa di sant’Eusebio, dove i tre sindaci, Mirko Reto di Casciago, Antonio Braida di Barasso e Alessandro Boriani di Luvinate, con la fascia tricolore, hanno portato i saluti e gli auguri della comunità civile. Poi la processione verso la chiesa parrocchiale dove don Emilio, preceduto dal vicario e da altri sacerdoti, è stato accolto dai canti della corale e dai fedeli che gremivano l’edificio. Dopo la lettura del decreto arcivescovile e l’assunzione degli impegni pastorali da parte del nuovo sacerdote, monsignor Vegezzi ha invitato la comunità ad essere presenza di Cristo in questa terra vivendo la dinamica dell’essere attraenti, cioé con la consapevolezza di attuare il suo insegnamento. “Diventerete così il popolo della speranza!”, ha conscluso, prima di aver deposto il pastorale e la mitria e sedendosi accanto agli altri sacerdoti. Le parole di don Emilio, nell’augurare un cammino fecondo, hanno fatto cenno alla sua esperienza vissuta in Zambia dal 2010 al 2018 dove il capo è visto come padre di famiglia e guida, punto di riferimento. Ha evocato l’immagine del sale, presente nel Vangelo di Matteo, inteso come valorizzazione dei talenti, e nel contempo identificato nel coraggio di affermare sempre la verità e la sete di giustizia. “Questo servizio con quale stile intendo attuarlo?”, è stata la domanda che si è posto. E la risposta è stata nel solco di una comunità inclusiva, che permetta di far sentire ognuno di noi importante e utile in qualsiasi condizione, di una comunità unita, che custodisca le differenze e diventi armoniosa, di una comunità alternativa, che risponda al male con il bene, di una comunità che viva il primato della misericordia nell’accettare gli errori in funzione di un rapporto costruttivo. “Così saremo attraenti in un mondo più bello, non perché meno inquinato, ma perché ricco di umanità”. ha concluso. L’auspicio che don Emilio sia una guida valida per la comunità, definita ricca economicamente, ma bisognosa di completezza dal punto di vista spirituale, è stato esternato da Braida, mentre Reto ha sottolineato la coincidenza dell’inizio della nuova esperienza amministrativa con quella pastorale e quindi l’augurio che sia all’insegna della collaborazione fruttuosa. Boriani ha evidenziato che la presenza della comunità pastorale ha messo in circolo nuove esperienze e nuove storie. Ha ringraziato il vescovo per aver confermato la presenza di una guida la cui presenza ci provoca nella gratuità del servizio, senza nessuna ideologia, verso l’incontro con Gesù.
Federica Lucchini