“E’ una immagine che mi commuove ancora: il corpo di un ragazzo disteso davanti a me, lungo più di due metri. Prima di morire mi ha voluto vedere. “Non voglio confessarmi -mi ha detto- ma voglio sapere da lei perché devo morire”. Al momento non sapevo cosa dirgli, poi: “perché lassù c’è qualcuno che ti ama -gli ho risposto- Volevo fargli capire che il dolore sta dentro il meccanismo dell’amore. “Bene, allora muoio tranquillo!”, ha concluso”. Hanno scosso subito la platea, le parole di don Antonio Mazzi nel salone polivalente, in occasione della presentazione del libro fotografico “Ecco l’uomo”, realizzato in collaborazione con “4 Exodus”, la cooperativa sociale di Villadosia, nata per sua volontà. La consapevolezza di vivere una serata in cui si sarebbero toccate le corde profonde della nostra umanità è stata vissuta da tutti. E tale è stato, accompagnati dal racconto delle loro esperienze da parte dell’autore dei testi, il giornalista Silvestro Pascarella, e del fotografo Davide Caforio, che hanno vissuto appieno il contatto con le persone, tenute ai margini della società, rappresentate in queste pagine. Vite al limite umano che non sono state semplicemente fotografate, ma colte nei momenti in cui la loro esistenza esprimeva autenticità. Fisse, e senza essere consapevoli, ci interrogano. È quello che ha voluto don Mazzi. “Ma -ha avvertito- le vere miserie non sono queste che vedete nel libro: sono quelle delle chiusure in sé stessi, delle mancanze di relazioni, che colpiscono le fasce della società a cui non manca nulla”. Una lucida analisi ha condotto il sacerdote a sottolineare come sia più il mondo laico di quello ecclesiale ad essere sensibile verso la diversità. Poi tra un crescendo di emozioni la narrazione della sua esperienza a contatto con Erika, protagonista dell’assassinio di Novi Ligure e la luminosità della sua figura paterna. Chiusura significativa, come ha sottolineato il parroco don Maurizio Cantù, che ha ricordato come le feste patronali della Comunità della Santissima Trinità di Gavirate e Comerio, abbiano avuto come filo conduttore l’espressione “con cuore di padre”.
Federica Lucchini