Hanno seguito con grande interesse la presentazione della figura di Giuseppe Scalarini (Mantova 1873 – Milano 1948). C’è chi tra loro ha pianto nel seguire le vicende di quel vignettista che per gli umili ha incarnato i valori della libertà e della pace, pagati sulla sua pelle, e che rappresenta una pietra miliare nel campo della satira politica. Inoltre ha abitato a Gavirate. Per gli alunni della terza media “Carducci” è diventato il loro eroe: Angela Lischetti, laureata con una tesi sull’artista, è stata determinante nel coinvolgerli, coadiuvata dalla docente Elena Invernizzi. Il comitato dei genitori, saputo che l’aula di arte verrà intitolata a lui, ha offerto la targa, mentre l’amministrazione comunale ha rinnovato lo spazio. Sullo sfondo di questa sinergia tra scuola e amministrazione comunale, domani (30 gennaio) alle ore 14,20 in auditorium ci sarà un incontro sulla figura di Scalarini nel 150° della sua nascita, tenuto dalla Lischetti. Incontro che ha avuto il beneplacito della senatrice Liliana Segre. In documento, inviato appositamente, ha sottolineato come la ricca personalità di Scalarini comprenda tanti aspetti: “nemico del colonialismo e contrario alla guerra di aggressione italiana alla Libia, fu soprattutto grande nemico della Prima Guerra Mondiale, che il Papa dell’epoca definì “inutile strage”, fermo oppositore del fascismo, da cui fu perseguitato e costretto al confino, nel 1940 fu proprio arrestato a Gavirate. Nel dopoguerra contribuì con le sue vignette alla vittoria della Repubblica nel referendum istituzionale del 1946. Insomma -termina la senatrice- una figura che attraversò tutte le tappe più importanti della prima metà del ‘900, dalla nascita del movimento operaio alla lotta al fascismo, al periodo difficile ma esaltante della Repubblica. Non c’è modo migliore per festeggiare il Giorno della Memoria 2023 che ricordarne la figura e l’opera”. Una scala stilizzata, una matita e la dinamite: tre immagini che in Scalarini trovano una sintesi armoniosa. La prima, seguita dalle sillabe “rini”, rappresenta la firma che i lettori del quotidiano socialista l’”Avanti” cercavano ogni giorno dal 22 ottobre 1911, durante la guerra di Libia al 10 gennaio 1926, anno delle cosiddette leggi eccezionali. Quelle caricature, appese alle pareti delle case contadine e operaie, come una Biblia Pauperum, coglievano nel vivo i loro problemi. La matita di Scalarini per Mussolini andava fermata. “Una volta a Gavirate -scrisse l’artista- i carabinieri operarono una perquisizione nella mia casa. “Avete armi?”, domandarono in tono imperioso. Tirai fuori la matita: “Sì, eccola qui!”. Bella l’immagine dell’artista, ricordata da un redattore dell’“Avanti” quando Scalarini entrava negli uffici, lasciando sul tavolo, un rotolino bianco. “Dentro c’è la dinamite”, concluse, tanto il disegno colpiva nel segno.
Federica Lucchini
Video di repertorio dal Web
Dalla rivista Menta e Rosmarino