“It’s the end of Humanity. Maybe it’s for the best”: “E’la fine dell’Umanità. Forse è meglio così”. Il titolo dell’articolo scritto da Dustin Illingworth sul “New York Times” consacra la traduzione in inglese “The Vanishing”, firmata da Frederika Randall, di “Dissipatio H.G.” di Guido Morselli, pubblicato in Italia nel 1977 da Adelphi. Negli Stati Uniti l’opera è stata accolta come un capolavoro in cui si specchia l’umanità nel momento attuale. “Caustico, solitario, ossessivo, il romanzo offre un primo ritratto, già ricco, follemente speculativo, del disastro dell’Antropocene”, scrive il giornalista. Dunque, in questo romanzo, che rappresenta la biografia interiore di Morselli, e che fu scritto tra il 1972 e il 1973, anno del suo suicidio, secondo la critica americana, lo scrittore aveva predetto la fine di un’epoca fortemente condizionata dall’azione umana. E lui, unico uomo rimasto sulla terra, di fronte alla “Dissipatio Humani Generis”, alla scomparsa dell’umanità, in principio prova “un lungo panico -scrive nel romanzo- E poi, tramontata subito, incredulità, e poi di nuovo paura. Adesso l’adattamento. Rassegnazione? Direi proprio accettazione. Con intervalli di proterva ilarità, e di feroce sollievo”. Solo, soddisfatto, come desiderava vivere nella “Casina rosa” di Gavirate, dove compose parte del romanzo, la cui copia dattiloscritta, trovò respinta al mittente, al ritorno da Macugnaga, pochi giorni prima del gesto estremo, compiuto nella villa di via Limido con un colpo di pistola Browning 7.65, “la ragazza dall’occhio nero”. C’è voluto il suo romanzo estremo perché si allargassero gli orizzonti. Già è stato tradotto in polacco, in francese e in tedesco. Ora anche oltreoceano sono rimasti colpiti da frasi che ben si confanno a quello che stiamo vivendo: “E il silenzio da assenza umana, mi accorgevo, è un silenzio che non scorre. Si accumula”. “Quello che era il suo privilegio “vivere fuori e sopra, vivere solo” non lo appaga più -scrive Marina Lessona Fasano in “Guido Morselli- Un inspiegabile caso letterario”- Adesso ha paura “una paura raziocinante, che riepiloga con nera lucidità la situazione”. E lui capisce che “non siamo, noi individui medesimi, comprensibili se non l’uno in funzione dell’altro. Non ci è dato di scindersi del tutto né separarci gli uni dagli altri. La socialità è connessa alla nostra profonda natura”: annotazione, questa, di un “fobantropo”, come si definiva. Viene da Linda Terziroli, autrice della biografia dello scrittore intitolata “Un pacchetto di Gauloises” (edita da Castelvecchi nel 2019) l’invito ad indagare nell’opera ancora inedita di Morselli: “Chi non conosce a fondo l’opera morselliana probabilmente non immagina il ricco ventaglio di materiale non ancora pubblicato”.
Federica Lucchini
Il fondo bibliografico di Guido Morselli, ricevuto dalla Biblioteca Civica per lascito testamentario, dopo la sua morte e attualmente conservato presso il deposito sotterraneo dell’edificio, costruito appositamente nei primi anni Novanta, avrà un giusto spazio espositivo nelle nuove librerie della sala a lui dedicata. L’amministrazione comunale, a seguito della presentazione di un progetto finalizzato al miglioramento della sede e delle attrezzature, ha ottenuto un finanziamento dalla Regione, grazie al quale oggi è possibile procedere all’effettuazione di alcuni lavori urgenti di manutenzione ordinaria e all’acquisto di nuovi arredi. Le sale del primo piano, a distanza di quasi vent’anni dall’ultima ristrutturazione, appaiono inadatte all’uso di rappresentanza alla quale sono destinate. In particolare, la sala Morselli, adibita a presentazione di libri, eventi, conferenze e vetrina della stessa biblioteca. I nuovi arredi e le nuove attrezzature dovranno integrarsi in un contesto di stile e di pregio tali da essere confacenti all’architettura del palazzo e all’uso istituzionale che ne verrà fatto. Da non dimenticare alcuni aspetti tecnici volti alla conservazione dei preziosi volumi che verranno esposti. Quindi la richiesta della biblioteca è volta all’acquisto di armadi in legno e arredi sobri ed eleganti, ricorrendo a interventi su “misura”, come librerie in legno, provviste di ante con reti che proteggono i libri dalla polvere, consentendo la giusta aerazione per evitare il formarsi di muffe e parassiti. Importante anche la presenza di serrature per la conservazione in sicurezza dei libri appartenuti alla biblioteca personale di Morselli. In questo modo il suo fondo librario è visibile e accessibile al pubblico. Consta di 1504 titoli (circa 1900 volumi) e le pubblicazioni riguardano i più svariati argomenti, essendo lui un lettore onnivoro. Segno della sua personalità eclettica, dei suoi molteplici interessi. La collezione è impreziosita da non poche edizioni antiche: circa 200 volumi sono stati stampati nell’Ottocento e 25 tra il 1500 e la fine del 1700. Il fondo è costituito anche da una parte archivistica, formata da appunti personali dello scrittore e da corrispondenza varia. Questi documenti sono stati ritrovati nei volumi appartenuti a Morselli: si tratta di circa 600 fogli sparsi, dattiloscritti e manoscritti. Il fondo è stato ed è frequentemente consultato da studenti universitari, da ricercatori e da studiosi provenienti da ogni parte d’Italia.
Federica Lucchini