Mi ripropongo, ora più che mai. Non è un mistero che il progetto educativo pilota cui ho partecipato è momentaneamente tramontato, ma non è tramontata la voglia di lavorare con i bambini, facendo interiorizzare loro la cultura locale, quindi facendo conoscere ed amare parte di loro stessi attraverso la tradizione, la storia, la lingua, gli abiti tradizionali, il rispetto per la natura e la gioia di vivere. Sono appena tornata da Cianacei (nome ladino della cittadina Canazei, ubicata nella val di Fassa). Lì ho visto la festa di fine estate con una sfilata di gruppi in vestiti tradizionali. Tanti, tantissimi bambini, orgogliosi della cultura cucita loro addosso, hanno partecipato. Ho scoperto anche che nelle loro scuole si insegna Ladino, Tedesco e anche Italiano. Mi chiedo dunque perchè, una lombarda orgogliosa di esserlo, che ama la propria terra e la propria cultura, non possa continuare nella missione dell’insegnamento, ostacolata dall’alto allo scopo di omologare ed appiattire le meravigliose differenze che allenano al rispetto di se stessi e degli altri rafforzando il proprio essere. Io non ci sto. Non è giusto che nella nostra bella Lombardia e in particolar modo nella operosa Varese venga calpestato il diritto di essere Bosini, varesini, varesotti eccc… Mi offro in Scuole, oratori, associazioni che aggregano giovani, biblioteche… anche gratuitamente per continuare la mia pacifica lotta verso il riconoscimento di se stessi e della propria identità.
Ora cari amici vi apro il mio cuore artistico: ho fatto una scelta da cui, malgrado tutto, non ho alcuna intenzione di tornare in dietro. Ho scelto nelle mie serate di proporre SOLO i miei brani inediti, che messi insieme compongono un viaggio culturale stile musical allo scopo di sensibilizzare il pubblico alla cultura locale, ai valori e alle tradizioni. Ho deciso di coinvolgere tutto il pubblico, soprattutto i bambini, animando con oggetti originali che rendono più reale e tangibile il mio messaggio. So che ai più il mio repertorio è sconosciuto. So che l’ignoto è meglio evitarlo per prediligere al suo posto un repertorio già conosciuto per andare sul sicuro. Ma la mia non vuole essere una serata musicale come le altre, ma un percorso culturale, alla pari di un film, con un filo logico che collega ogni brano, quindi non c’è posto per le cover. I tempi sono difficili. Non ci sono soldi e i pochi si vogliono spendere cercando di non rischiare. Io, sconosciuta cantautrice dal vestito bizzarro, rappresento un rischio, lo so. Ho però uno scopo ben chiaro: diffondere i valori di sempre, riscoprire i valori che abbiamo o stiamo perdendo, tramite la musica e il mio bel dialetto. Per questo, ho deciso momentaneamente di fare una “gavetta” offrendomi gratuitamente o con un minimo contributo spese scelto da voi in caso di lunghi viaggi (un po’ improbabili per la verità). Io non voglio diventare ricca, ma voglio arricchire chi mi guarda e chi mi ascolta, soprattutto i giovani e i bambini, così bisognosi di qualcosa di eternamente nuovo che dia loro sicurezza e che apra loro il cuore con la semplicità delle emozioni. In tempi di crisi, se si ha qualcosa da donare è giusto farlo. Con la speranza che serva. Spero di essere stata capita. Grazie e a presto!
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Io sono nata così….. Per ricordare ciò che ha dato origine alla mia passione e ai miei ideali, vi ripropongo ciò che ho scritto come introduzione al CD “I Stagiun da Vares”. Un pensiero sempre attuale e un progetto sempre valido e import…ante.
Perché insegnare le lingue locali ai bambini?
…In un mondo in cui il superfluo è divenuto l’essenziale,si tende a far crescere personalità estremamente informate,astrattamente specializzate,personalità omologate,che rischiano dunque di ritrovarsi privi di ideali,storia,traguardi,punti fermi in cui riconoscersi ed esprimersi. Quando si sale una montagna,si ha come scopo quello di guardare il panorama mozzafiato,godersi il frutto del sacrificio,spaziare senza poter approfondire nulla delle bellezze sottostanti appartenenti alla nostra terra. Si è poi felici di ritornare sui propri passi, ritornare a casa….Se si ha una casa. Il compito delle lingue locali è quello di ricordare da dove si viene, segnare il sentiero che vi conduce, dare forza a chi decide di scalare la montagna della vita con coscienza di sé, ben sicuri di riprendere il sentiero a ritroso e tornare alle proprie radici soffermandosi sui particolari e sentendosi parte integrante di essi. Le lingue sono parti fondamentali della storia di un territorio, territorio che influenza ognuno di noi. La lingua e la storia locale devono fungere da madri per un popolo in cammino, da famiglia per un confronto sereno, da amiche per una condivisione degli ideali. Se togliamo tutto questo alle personalità in formazione dei nostri bambini,togliamo loro l’identità, l’unicità, la forza.
Partiamo da noi, partiamo dalle stagioni.
Ciò che ha scandito generazioni di lavoratori,che ha dato colori,sapori,profumi definiti agli anni che si susseguono,ciò che dava speranze,gioie e dolori che sfociavano in tradizioni popolari,erano e sono le nostre belle stagioni. Riprendiamole in mano,riviviamole nella loro completezza e nella loro magia, insegniamole alle generazioni future per far loro assaporare lentamente il tempo,senza doverlo rincorrere. Naturalmente, serenamente, tramandiamole.
Serata a Castello Cabiaglio (14 foto)
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