Una democrazia che guarda lontano e che vuole costruire un futuro forte e coraggioso, deve ristabilire una continuità con i suoi giovani, deve avviarli con l’esempio e con la forza della sua immagine a conquistare quel ruolo e quell’identità umana e sociale che sono il punto di partenza per un avvenire ricco di gratificazioni e di prosperità. I giovani sono il nostro punto di forza, rappresentano la passione e l’entusiasmo, la fantasia e la creatività. Hanno idee da vendere, sono pronti a donarsi, lo hanno fatto e lo fanno con estrema generosità e consapevolezza. Li ricordiamo tutti durante l’alluvione di Firenze, in quella di Genova, durante i terremoti che hanno distrutto gran parte della nostre regioni, prodigarsi sempre con grande coraggio e determinazione per il bene del loro paese. I giovani hanno già tutto dentro, hanno ricchezze da vendere, ma vogliono essere amati, apprezzati stimati, capiti, orientati, vogliono soprattutto non essere presi in giro. Vogliono chiarezza, onestà, esempi credibili, desiderano che possa esistere anche un mondo alternativo a quello degli insulti, della corruzione, dell’ipocrisia e della falsità, un mondo che sappia guardarsi allo specchio senza il timore di sottoporsi a un liberatorio esame di coscienza. I giovani hanno forza da vendere, forza fisica, mentale, morale, sociale, sportiva, sono aperti a tutto e non si tirano mai indietro. Non sono ammalati di razzismo e di protagonismo, non vivono di vendette personali, di invidie e rancori, di sopraffazioni e di prevaricazioni, amano gl’ideali, sono legati ai valori più di quanto si possa immaginare, li cercano, cercano soprattutto chi li sappia capire, chi li sappia amare e indirizzare, chi sappia donare loro quella responsabilità che fa sentire vivi e realizzati. I giovani sono il futuro della nazione, si tratta di una verità che non dobbiamo mai dimenticare. Amarli significa responsabilizzarli, avviarli sistematicamente verso una presa di coscienza importante, in cui le loro potenzialità emergano senza paura e si mettano al servizio di una società che ha bisogno di loro. E’ in questa proiezione che il mondo adulto si deve mettere, diventando un filtro credibile, capace di motivare, di creare entusiasmi, di tirar fuori l’energia, la forza e il coraggio che contraddistinguono la stagione della giovinezza. Spesso si ha la sensazione che i giovani siano abbandonati, che il mondo degli adulti si sia dimenticato di loro, tutto preso dalla realizzazione dei suoi sogni. Tra le generazioni esistono vuoti in cui prendono forma malesseri e i disagi legati in gran parte alla droga, all’alcol, alla disoccupazione, a varie forme di solitudine esistenziale. I giovani hanno bisogno di amore e di fermezza, non vogliono essere compatiti, ma stimolati, non vogliono falsità, ma verità. Forse bisognerebbe stare di più con i giovani, bisognerebbe conoscerli meglio e farsi conoscere, far capire loro che l’adulto non è un nemico, è pronto a dare una mano, a far capire qualcosa di più di quel grande mistero che è la vita. Chi è stato giovane conosce i loro problemi e le loro aspirazioni, sa quanta disponibilità ci sia nei loro cuori, ma in molti casi è anche cosciente di quanti problemi siano costretti a dover affrontare per diventare grandi, per mettere a nudo le loro identità e i loro sogni. Condividere e collaborare, capire e interagire, aiutare e orientare, sono tutti modi che se attuati possono creare l’alternativa, fare in modo che quei veleni che bazzicano nelle zone buie lascino il posto alla voglia di vivere, di correre, di dare un calcio alle cose brutte e di aprire il cuore a un mondo fatto di umanità, di gioia, di sorrisi e di collaborazioni e di un’immensa, davvero immensa voglia di vivere. Cambiare si può e si deve, sempre, anche quando la vita sembra essere diventata un muro insormontabile. Non esistono muri che non possano essere abbattuti per fare posto alla condivisione umana, alla bellezza di una vita alla quale bisogna sempre dare il tempo e lo spazio di una rinascita. Stupore, entusiasmo, meraviglia, ritornare bambini, ridare voce a quel fanciullino che è in noi e che spesso non ascoltiamo più, sono passaggi che possono ridare vita e slancio a qualcosa che si è spento o che, forse, è solo lì in attesa di essere rimesso in pista, senza troppi indugi.