DEMOCRAZIA NON E’ UN RISVOLTO SEMANTICO E NEPPURE UNA PROPRIETA’ PRIVATA, BENSI’ REGOLA CARDINE CHE PRESIEDE LA VITA DELLE PERSONE, PRINCIPIO INALIENABILE DI LIBERTA’CHE GOVERNA IL RISPETTO DEI DIRITTI E DEI DOVERI DELLE COSTITUZIONI DEMOCRATICHE, REALIZZATE DOPO ANNI DI GUERRE TERRIBILI CHE HANNO DEVASTATO IL MONDO.
di felice magnani
Viviamo un tempo dominato da reiterati tentativi di appropriazioni indebite di ciò che è necessario per poter democraticamente disporre di quei diritti che presiedono l’accesso a quella libertà costituzionale che favorisce l’assunzione di una sempre più equilibrata e armonica presa di coscienza di quei valori fondamentali sui quali si fonda l’esperienza democratica della vita sociale e politica di uno stato. Lo stato democratico, così ampiamente rappresentato nel testo costituzionale e così responsabilmente sponsorizzato da tutti gli alti livelli istituzionali, rischia di perdere la sua consistenza giuridica ed etica, la sua forza rappresentativa, è come se diventasse preda di una strisciante irresponsabilità, di fronte alla quale la coscienza batte in ritirata, incapace di comprenderne appieno il valore, la qualità, l’importanza, il significato, lasciando sul campo, alla mercé di un nemico subdolo e arrembante, il senso di una conquista e tutta la consistenza etica di valori che una tale conquista porta con sé. Viviamo il momento in cui l’umanità fatica a contrastare la forza dissacrante di un materialismo che s’impossessa sistematicamente del potere, trasformandolo in strumento di progressiva dissociazione da quelle regole, articoli di legge o da quelle iniziative che sono stati e che continuano a essere i pilastri portanti di una democrazia conquistata con fatica da popoli che hanno creduto nella possibilità di creare una società sempre più libera, capace di gestire i propri bisogni e le proprie necessità. Il mondo globalizzato fa acqua un po’ da tutte le parti, si muove come una preda in fuga, riduce sistematicamente la sostanza di principi e valori ampiamente consolidati, fidandosi in molti casi di parole e concetti, di espressioni e di rapsodiche verità filosofiche che, nella maggior parte dei casi, non rispondono più a principi e valori definiti e confermati nel tempo. Un mondo sempre più confuso e inquieto intraprende le sue strade, spinto da stati di necessità di natura individualistica, come se dovesse continuamente difendersi e contrattaccare, come se non fosse più possibile costruire un campo sociale unito e ben definito, su cui giocare con entusiasmo e passione le carte di una democrazia rassicurante e matura. Nella spirale di questa globalità profondamente confusa s’incuneano personalismi di ogni tipo, si consumano parole, frasi ed espressioni che non hanno pressoché nulla di politicamente corretto, se non la velleità di voler proteggere a tutti i costi un certo tipo di verità piuttosto incerta e parziale che non ha più la forza di sostenere l’urto di cambiamenti e trasformazioni che richiedono forte capacità di unire, definire, assemblare, modificare vissuti che hanno necessità di riconoscimenti sociali molto ben definiti. Il mondo attraversa una fase molto confusa, da una parte rinuncia quasi completamente alle proprie identità e lo fa con l’immaturità di chi pensa che sia possibile agire indiscriminatamente da soli, sovvertendo ogni tipo di ordine e di verità. L’isterismo collettivo pervade ogni angolo di un mondo libero, antiche forme di totalitarismo riemergono con inaudita violenza in ogni parte del globo. Varie forme di restaurazione sono in atto in molte parti del pianeta. Figure di nuovi e antichi millantatori pullulano creando oceani di difficoltà, di paure, di isolazionismi che impediscono alle persone di trovare la giusta tranquillità per incrementare il proprio umanissimo desiderio di pace e di umanità. Discriminazioni razziali e religiose, una corsa senza precedenti all’acquisto e alla costruzione di armi, una esasperata fame e sete di conquista produce situazioni d’inaudita violenza, di forte instabilità sociale e morale che impediscono alla cultura, alla scienza, all’arte e alla musica di agire per rendere più viva e attiva la vita morale e spirituale di popoli e di nazioni che continuano a credere nella pace come unico strumento di vera solidarietà sociale. Antiche e nuove forme di capitalismo, di imperialismo e di assolutismo spingono uomini e stati a invadere altri stati, a inanellare guerre senza fine che spingono alla morte violenta giovani che si affacciano alla vita per cercare di trovare una risposta positiva ai loro bisogni e alle loro necessità. Viviamo un tempo in cui la politica fatica moltissimo a costruire rapporti sicuri, un tempo in cui corruzione e illegalità impediscono di costruire società mature e sicure, nelle quali i cittadini si sentano appoggiati e accompagnati. Ci sono stati che violano con la forza la sovranità di altri stati, compiendo atti di violenza nei confronti di bambini, vecchi, anziani, disabili, ammalati, ci sono capi di stato che scaricano la loro follia su case, palazzi e giardini, ospedali e case di cura, assolutamente incuranti dell’importanza della vita umana. La sparizione di cittadini dissidenti, la loro condanna a morte in forme subdole e violente, l’idea che le idee degli altri siano sempre le più sbagliate, le meno adeguate, quelle che non hanno il diritto di esistere determinano uno stato di profonda frustrazione, paura e insicurezza. Viviamo un tipo di vita sociale in cui l’educazione trova sempre più difficoltà a ritagliarsi spazi di sopravvivenza, dove bande delinquenziali si contendono il territorio, dove diventa sempre più difficile difendersi dall’arroganza e dalla prepotenza di bande organizzate che spadroneggiano sottomettendo interi quartieri, poi c’é il tristissimo fenomeno dello spaccio che distrugge la bellezza della vita in tutte le sue forme. Viviamo un tempo in cui i cittadini sono chiamati ad assumersi forti responsabilità sociali senza avere i mezzi e gli strumenti per far fronte comune a un tipo di realtà senza controllo. La verità è che il cittadino si sente sempre più solo, risucchiato dall’incapacità di poter risolvere situazioni che spesso confliggono con i principi di una costituzione forte e chiara, che ha ancora il coraggio a distanza di anni di dire apertamente la verità sulla forza della libertà costituzionale. Viviamo un tempo in cui varie forme di contrapposizione e antagonismo inaspriscono gli animi, impedendo alle persone di potersi predisporre a un confronto pacato e leale in cui ciascuno abbia la possibilità di poter esprimere appieno il proprio pensiero, il proprio punto di vista senza dover per forza incorrere nella violenza di un litigio. Si è letteralmente persa per strada la capacità di parlare con garbo, di esporre con moderazione i propri punti di vista, di farsi capire senza per forza dover alzare oltremisura il tono di voce, la gestualità, il proprio modo di essere nelle piazze e nei luoghi d’incontro di tutto il mondo. Mai come oggi il tema della comunicazione domina il campo delle relazioni, mettendo sul campo la necessità di rafforzare al massimo l’interazione con la famiglia, la scuola, la società civile. Viviamo un tempo in cui diventa estremamente necessario unire le forze, collaborare, lavorare perché dallo sforzo di tutti possa prendere forma una società più umana, più capace di saper rispondere alle necessità e ai bisogni di un mondo che si sente fortemente spaesato e che ha assolutamente bisogno di nuove certezze. Le guerre e i totalitarismi che colpiscono a morte il cuore dell’Europa e quello del Medio Oriente dimostrano quanto sia importante lottare contro ogni forma di assolutismo, di totalitarismo, di sottomissionismo e di anarchismo, quanto sia fondamentale isolare quei despoti senza cuore e senz’anima che disseminano il mondo di violenze e di veleni di ogni tipo, quanto sia importante soffiare nel cuore dei giovani il vento della fiducia e della speranza, quanto sia di nuovo fondamentale rafforzare il grandissimo valore della famiglia, della scuola e della cultura, quanto il mondo in cui viviamo abbia la vitale necessità di ritrovare la forza che conduce a una sempre più rassicurante fiducia nei propri mezzi, nella capacità di saper rispondere alle incongruenze di una realtà che non riesce a trovare una linea di condotta adeguata, capace di riattivare quella straordinaria forza del cuore e dello spirito che stanno alla base di una riconquistata fiducia nel dono straordinario della vita. Vivere in democrazia è ancora possibile, ma bisogna ricominciare a pensare e a lavorare con fortissima determinazione e con molto coraggio per dimostrare che tutto può cambiare in meglio se si torna a essere capaci di analizzare con ponderazione e distacco la propria condizione, animati dalla certezza che è sempre umanamente possibile uscire dal buio della cattiveria umana rimettendo in gioco il magico incanto della vita, scritto con straordinaria bellezza nel testo costituzionale di un paese democratico come il nostro, in uno dei momenti più complicati della propria esistenza. Quello che sta succedendo nella nostra amatissima Europa mortifica quella voglia di libertà e di rispetto delle regole che ha caratterizzato la nostra voglia di riscatto dopo le distruzioni delle guerre mondiali. Nonostante la storia abbia fatto passi da gigante siamo ancora alle prese con stati che distruggono la libertà di altri stati, di stati guidati da feroci distruttori di ogni dignità umana, che impediscono con la forza, l’annullamento morale, sociale, politico, umano e religioso la possibilità per l’essere umano di poter manifestare liberamente il proprio punto di vista, il proprio diritto di poter criticare chi, nel nome della follia allo stato puro, manda al massacro giovani ignari dei più elementari principi di rispetto e di solidarietà umana. In questo clima di grande follia diventa più che mai necessario uscire dall’immagine distruttiva di guerre che non rispettano le più elementari norme di umanità, per ritrovare quel desiderio di pace, unica via per ristabilire un ordine in cui ciascuno si senta amato e rappresentato. E’ nella comune lotta contro ogni forma di distruzione che l’umanità rivendica il proprio cammino di pace e di riconoscimento dei più elementari principi di civile convivenza.
Da Internet