Deborah Iori, la mamma affetta da Mcs (Sensibilità Multipla Chimica), in cura a Dallas, presso l’unica clinica – l’Enviromental Healtl Center – che potesse salvarla, grazie al contributo di moltissime persone e associazioni, è tornata a casa e può abbracciare la sua famiglia. Può deglutire, masticare, digerire e camminare anche se per brevi tratti. Quando è partita all’inizio di maggio poteva sopravvivere solo in una camera sterile stesa sul letto, ridotta a 30 kg. E’ una notizia che dà molta gioia. “Dopo quattro mesi di cura , il dottor William Rea, lo specialista che mi ha assistito, ha confermato che il mio caso essere uno dei più gravi che abbia curato negli ultimi trent’anni – esordisce Deborah – Sono risultata allergica a tutte le sostanze chimiche di comune utilizzo, battendo alcuni record della clinica stessa, superando di gran lunga i valori massimi registrati su altri pazienti. La malattia è genetica e ambientale e, quindi, cronica, ma grazie alle cure la qualità della mia vita è decisamente migliorata. Devo seguire una dieta specifica, indossare vestiti di solo cotone, di pelle non trattata e calzare scarpe di cuoio. Non posso respirare alcuna sostanza derivata dal petrolio, ma eseguire diverse ore al giorno ossigenoterapia, indispensabile per svolgere le normali attività. Considerata la cronicità della malattia, ogni sei mesi per i prossimi due anni dovrò tornare a Dallas per un ciclo di cure della durata di circa un mese. Solo quando le condizioni cliniche saranno stabilizzate, basteranno ricoveri meno frequenti”. I ringraziamenti di Deborah verso coloro che l’hanno aiutata finanziariamente ad affrontare il viaggio e le cure sono grandi. “Non bastano parole per esprimere la gioia e la voglia di ringraziare dal cuore e di persona coloro che hanno contribuito alla raccolta fondi. Sappiano che posso sedere a tavola con i miei figli e questo è ciò che come mamma desideravo dal profondo del mio cuore. Queste persone, associazioni comuni, parrocchie, sono davvero tante. Oggi posso ringraziare solo a livello generale, ma ci terrei in seguito a poterlo fare di persona. Commossa, non mi sembra vero questo miracolo: mi avete regalato una nuova vita, ai miei figli una nuova mamma e a mio marito una nuova moglie. Ci teniamo – conclude – a ringraziare il dottor Rea e il personale della clinica, che si sono commossi il giorno della mia partenza”.
Federica Lucchini
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