La prima immagine che affiora alla mente durante la conversazione con Dalia Gallico, art director di tutte le mostre organizzate a Palazzo Reale a Milano (solo per citare uno dei suoi prestigiosi incarichi), è quella di una porta che si apre su altre porte che si schiudono all’infinito. Con lei si ha il privilegio di parlare di cultura a tutto tondo, partendo dagli stili di vita che tutto il mondo ci invidia.
Appena può, quando i suoi innumerevoli incarichi in giro per il mondo glielo permettono, passa gli week end con la famiglia a Gavirate o nella casa di Cerro di Laveno. Ed è un ritorno a casa. Qui ci sono le sue radici. Ha la squisita gentilezza e la splendida intelligenza del padre Edoardo, il radiologo artista gentiluomo, che aveva trasformato il suo reparto dell’ospedale di Cittiglio in pinacoteca; ha una mente che precorre i tempi come quella della nonna materna, la maestra Teresa Fantoni Riva, citata da Gianni Rodari nell’incipit della “Grammatica della fantasia”, verso la quale lo scrittore era attratto per i metodi all’avanguardia.
“Sono tante cose – si definisce prima di presentare il suo lavoro – fatte non per ambizione, ma per meglio comprendere le opportunità in divenire. Mi sono sempre occupata di cultura e ho scelto Architettura perché è la Facoltà più vicina al mondo dell’arte”. E’ stato l’inizio di un’escalation che l’ha condotta a vincere un concorso alla Scala e a lavorare con maestri come Franco Zeffirelli, Luca Ronconi. “Da loro ho imparato che dal nulla si può costruire tanto. Il teatro è come una scatola buia che si arricchisce con una luce e da lì scorga la magia. Tutto quello che si fa si deve fare con passione e alla perfezione, non ci si deve mai accontentare. E’ stata una vera scuola la Scala”. Poi quindici anni fa l’incontro con Nicola Trussardi, “figura di grande intelligenza, che aveva capito per primo che la moda andava comunicata con l’arte”; l’apertura di palazzo Marino alla Scala, uno spazio polifunzionale per eventi culturali e l’incarico di occuparsi della parte culturale nell’ambito del progetto “Città della moda”. “L’innovazione – riprende – ancora oggi consiste nel portare il nuovo da un settore all’altro contaminando: l’arte ha i veri contenuti, mentre la moda ha grandi mezzi finanziari che permettono la comunicazione. Crediamo nell’unione di questi due ambiti. Lo dimostra, ad esempio, anche la mostra di Ferré o il premio Furla di arte contemporanea in questi giorni a Palazzo Reale”.
Dieci anni fa il contatto con il Comune di Milano, nell’ottica della valorizzazione della cultura, per lei ha significato l’assegnazione dell’incarico di responsabile della comunicazione visiva di tutte le mostre e dell’archivio di Palazzo Reale a Milano, il più grande polo espositivo d’Europa – 10mila metri quadri. “Con le tre mostre appena terminate, di cui hanno parlato tutti i giornali – quella riguardante Marc Chagall, Giovanni Segantini e Van Gogh – abbiamo avuto 900mila visitatori. La cultura dà da mangiare”.
Presidente del corso di laurea in Moda e Design, presso la Facoltà di Architettura e Disegno Industriale all’Università San Raffaele di Roma – “un’Università davvero innovativa che mi permette di vivere un’esperienza stupenda, di vera sintesi delle esperienze formative precedenti”, spiega – ha dato il via alla prima laurea completamente fruibile su piattaforma “e-learning”, una formazione a distanza grazie alle nuove tecnologie per tutti, ovunque siano. “La magia di questa esperienza è legata al lavoro di ricerca costante in aule virtuali, partnership con le più importanti Università del design dalla Cina, India e Sud America”.
Un punto fermo della sua attività riguarda la formazione. La parte didattica, infatti, è molto incisiva nelle mostre a cui sovrintende: “Le masse di bambini che vengono ad ammirare le opere rappresentano la continuità nel futuro e danno un messaggio di speranza. Le porte mai come oggi sono aperte: quando le cose vanno male bisogna far riferimento alle menti giovani, propositive”.
Del talento in tutte le sue forme creative si è occupata come Presidente di ADI Lombardia (Associazione del Design che porta ogni tre anni al prestigioso Premio Compasso d’Oro) e ora come Presidente di Signum Lab. Quando la cultura lascia il segno che monitora l’eccellenza in ogni settore (Design dalla nostra etimologia latina “de-signum).
Direttore scientifico degli “Amici dell’Accademia di Brera” (in Accademia ha la cattedra di Cultura del Progetto), direttore scientifico dell’Istituto del Colore (“Quanto il colore può migliorare la vita delle persone!”), è anche nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione Pini e dell’Associazione Designer Asia Pacifica. Quest’ultimo incarico fa sì che una volta al mese vada in Cina: “A noi – sottolinea – invidiano l’unicità, che è la nostra eccellenza. L’Italia è portatrice di un grande pensiero, di una cultura del progetto che il mondo continua a riconoscerci”. Ripartire, quindi, dalla nostra cultura, che ci racconta nel nostro Dna. La prima mostra di Expo a Palazzo Reale, infatti, avrà come titolo “Dai Visconti agli Sforza”, centrata sull’arte lombarda. “Si capirà perché Milano è la capitale del design, le radici partono da molto lontano. Era già tutto scritto”. Poi la mostra su Leonardo e Giotto, le nostre eccellenze, i nostri testimonial.
Federica Lucchini
” Ha la squisita gentilezza e la splendida intelligenza del padre Edoardo”
Il prof. Edoardo Gallico a Cerro di Cocquio Trevisago partecipa ad un concerto